Piana Crixia. Erano stati al centro di una polemica. Non vibrante come per gli F35, tuttavia di un certo rilievo, perché gli M346 sono destinati non solo all’aeronautica di casa, ma anche allo Stato di Israele. L’Alenia Aermacchi infatti ha concluso accordi con il Ministero della Difesa israeliano per la fornitura di trenta velivoli da addestramento. Un contratto da 850 milioni di euro. Un fatto che ha attirato gli strali degli attivisti pro-Palestina.
L’accordo portato a termine dall’azienda del gruppo Finmeccanica include, oltre agli aerei, motori, manutenzione, logistica, simulatori e addestramento. Gli M346, che andranno a sostituire gli A4 Skyhawk, dovrebbero entrare in servizio nella Forza Aerea Israeliana per la metà del 2014. Esiti positivi dei test di collaudo permettendo.
“Sono strumenti di guerra e il fatto che finiscano ad uno Stato che li userà sicuramente e operativamente per operazioni belliche è un’aggravante” commenta Rita Fontanella, referente dell’associazione savonese Donne in nero contro la guerra.
L’incidente avvenuto tra Dego e Piana Crixia apre la discussione sugli addestramenti militari nello spazio aereo locale. Il pilota collaudatore del prototipo che sfrecciava nei cieli valbormidesi, Matteo Maurizio, maggiore in congedo originario di Cisano, ha avuto la freddezza di affrontare l’emergenza evitando l’impatto in zone abitate, lanciandosi con il paracadute solo nel momento in cui il velivolo si sarebbe schiantato nell’area boschiva.
Ma poteva andare peggio. I testimoni del posto hanno visto volare il caccia a bassa quota. Per ora non è dato sapere se si sia trattato di un guasto improvviso o di una manovra sbagliata. Si sa invece che di ritorno da un Air Show nel 2011 uno dei prototipi sperimentali di Alenia, negli Emirati Arabi Uniti, era precipitato durante il volo di rientro in Italia.
“Non sappiamo cosa passa sopra le nostre teste. Siamo impotenti di fronte alla segretezza, mentre tutto viene fatto a piani superiori per grandi interessi economici – prosegue Rita Fontanella – Un incidente è un incidente, ma è grave che si tratti di un aereo militare destinato a vere e proprie operazioni di guerra. E’ poi gravissimo che non si possa sapere nulla sulle rotte di questi aerei sopra di noi”.
Per il caso controverso dell’acquisto dei cacciabombardieri F35 le Donne in nero contro la guerra avevano protestato vivacemente. Sul caso dell’M346 precipitato in Valbormida, la referente savonese dell’associazione aggiunge: “Questo episodio ci induce a fare importanti riflessioni su cosa succede, senza che noi possiamo sapere, in quanto certi tipi di informazioni sono inaccessibili”.
“Cerchiamo di informare, divulgare, scrivere alle autorità – conclude – Spesso riceviamo solo silenzio. Ma qualche volta un po’ ci ascoltano. Se questi aerei sono destinati ad Israele o alla Siria, poco cambia: serviranno sempre per devastare o comunque per addestrare militari operativi. Così come è poco importante se colpisce il nostro orto o quello del vicino: fa sempre un danno”.



