Politica

Quirinale, tra poco la quinta votazione. Beppe Grillo ironizza sulla fine del Pd

Image0024

Mentre il Partito democratico sta affrontando il suo psicodramma, Beppe Grillo, in piena campagna elettorale per le regionali in Friuli, da Udine fa arrivare la sua esultanza.

Due i concetti espressi ieri sera dal leader del MoVimento 5 Stelle, durante un incontro elettorale. Semplici ed inequivocabili.

Primo: “Abbiamo mandato a casa cinque partiti in due mesi. Sono spariti Udc, Fli e Di Pietro, fra poco si rompe anche il Pd e poi seguirà il Pdl”. Secondo: dopo i partiti è la volta dei suoi rappresentanti; all’urlo ‘a casa’ sono state salutate con soddisfazione le dimissioni di Pierluigi Bersani e Rosy Bindi.

Romano Prodi, dopo la quarta votazione, ha rinunciato alla candidatura al Quirinale. “Oggi mi è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita – ha detto -. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni. Ritorno dunque serenamente ai programmi della mia vita. Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilità. Io non posso che prenderne atto”.

Tra poco, alle ore 10, al via la quinta votazione. E’ probabile una “pausa”, con scheda bianca per il Pdl e per i montiani. Non una sconfessione della candidatura di Scelta Civica per Anna Maria Cancellieri, che Monti conferma con forza come possibile punto di intesa, ma un tentativo di trovare, dopo il quinto voto, un nome che “anche se non fosse votato da tutti sia visto come non ostile da nessuno”.

Beppe Grillo insiste sul suo candidato, Stefano Rodotà, anche se il costituzionalista dice di non voler essere di ostacolo nel caso in cui i Cinque Stelle decidessero di puntare su altri candidati.