Celle Ligure. Anche in provincia di Savona vi furono campi di concentramento. Una “storia dimenticata” che, in vista della celebrazione del 25 Aprile, riemerge dalle nebbie del passato. Niente forni crematori, chiaramente, ma luoghi di raccolta per dissidenti, ribelli, antifascisti e anche ed ebrei. Molti dei quali dopo una breve sosta venivano avviati ai campi di sterminio in Polonia e Germania. A Celle risulta che furono internati solo civili. Sono state scoperte anche le tracce, fra le altre, di una persona che fu lì portata quando era una bambina di appena sei anni e che successivamente fu uccisa ad Auschwitz.
Nella sala consiliare del Comune di Celle Ligure si è aperta una mostra sulle Colonie Bergamasche che durante la seconda guerra mondiale veniva utilizzate come campo di concentramento. “L’iniziativa già messa in opera lo scorso anna grazie al lavoro di Michele Manzi e Michele Beltrami è stata ulteriormente ampliata con nuovi documenti – spiega il sindaco Renato Zunino – L’iniziativa fa luce su un aspetto che la comunità cellese ha tentato di rimuovere e che solo dall’anno scorso è stato compiutamente reso pubblico. Noi non possiamo dimenticare, anzi in questo momento in cui si parla da tante parti come di ‘fascismo buono’ bisogna fare conoscere le atrocità a cui ci aveva portato questa dittatura”.
“Il 25 Aprile – prosegue il primo cittadino – vi sarà a Celle Ligure la manifestazione di ricordo con inzio alle ore 8,30 di fronte al palazzo comunale, la deposizione delle corone in località Torre e a Sanda, e seguirà la funzione religiosa nella Parocchia di San Michele da dove si formerà un corteo che andra a deporre le corone al cippo di due giovani partigiani, i fratelli Figuccio, e al monumento ai caduti”.
Anche a Cairo Montenotte vi fu un campo di concentramento, cancellato dopo la guerra dall’insediamento industriale di Vesima. I prigionieri venivano rinchiusi in baracche cintate da filo spinato, che raggiungevano in catene dopo essere stati scaricati in stazione. Si trattava prevalentemente di uomini e donne accusati di essere collaborazionisti dei partigiani. Da lì i prigionieri venivano poi avviati ai campi di sterminio tedeschi, in particolare Mauthausen.
Anche Bergeggi per un certo periodo divenne sede di un campo di concentramento, nella colonia “Merello”, e per ironia della sorte nel 1943 vi finirono reclusi i militari che aderirono alla Repubblica Sociale.