Finale L. Nessuna condanna per l’agguato all’imprenditore Massimo Vergano. Questa mattina il Collegio del Tribunale di Savona ha infatti pronunciato una sentenza di non luogo a procedere per estinzione del reato per tutti e tre gli imputati del processo. La vicenda risaliva a molti anni fa: era l’11 agosto del 1999 quando, a San Bernardino, sulle alture di Finale, un “commando” armato aveva aggredito l’imprenditore ferendolo con un proiettile ad una gamba e uccidendo il suo cane, un alano arlecchino, che l’uomo aveva al guinzaglio.
Per quell’episodio, che secondo le successive indagini della Procura savonese era scaturito da una storia di prestiti a usura (oltre un miliardo di vecchie lire) e da un successivo tentativo di estorsione, nel 2005 erano stati rinviati a giudizio in tre: Francesco Borgese, Francesco Morano, entrambi di Reggio Calabria, e Ferdinando Vinci, di Roma. Per loro, in principio, le contestazioni erano di tentato omicidio ed estorsione. Accuse che poi erano state derubricate in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e lesioni. Ragione per la quele i reati, a distanza di così tanti anni, erano ormai prescritti e pertanto non perseguibili.
Secondo la ricostruzione della Procura, a sparare fu Marano, su mandato di Borgese, mentre Vinci avrebbe fatto parte della spedizione: un vero e proprio commando di motociclisti con i volti travisati da caschi integrali.