Economia

Torna l’appuntamento con Slow Fish, Petrini: “Cambiare stile di vita per uscire dalla crisi”

slow fish

Liguria. Il mare di tutti. E’ lo slogan della sesta edizione di Slow Fish che quest’anno, dal 9 al 12 maggio, ritorna al Porto Antico di Genova, il luogo simbolo del “numero 0″ nel 2003. “Torniamo, ma di fatto è come se fosse la prima volta – ha spiegato Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia durante la presentazione ufficiale – la manifestazione è cresciuta e la struttura risente della nuova location”. L’ingresso resta libero e gratuito, ma le attività cercheranno di “parlare” molto di più ai visitatori. Anche la grafica rispecchia la novità, mescolando immagini di pesce, pescatori, cuochi e massaie. “Rafforza l’idea che siamo tutti coinvolti nella gestione del patrimonio ittico e delle risorse marine e siamo responsabili di quello che accade”, ha sottolineato Burdese.

Slow fish ha una forte valenza didattica, educativa e informativa, mentre l’aspetto commerciale arriva “al massimo al 50% del totale”. “Quest’anno saranno coinvolte le scuole, ci saranno dibattiti che serviranno a sottolineare le posizioni di Slow Food rispetto ad alcuni temi del mondo della pesca”.

E se si riscontra una maggiore coscienza dei problemi rispetto a dieci anni fa, non si può dire lo stesso rispetto alla possibilità di incidere sui problemi. “Continuiamo ad essere passivi e ad aspettare che qualcuno decida – ha commentato il presidente di Slow Food – il giorno che non faremo più Slow Fish vorrà dire che non non ci sarà più bisogno, ma purtroppo quel momento è ancora lontano”.

La tematica delle risorse ittiche sta diventando sempre più problematica, “verso l’irreversibilità”, come spiegato direttamente da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. “Passato oltre un certo limite sarà dura recuperare ecosistemi compromessi e il Mediterraneo, tra l’altro, è uno dei più delicati”. Per Slow Food, e non solo, “è un grido di dolore”, lanciato alla comunità internazionale. “Non c’è una governance sovranazionale che governi la complessità dell’argomento, ma edizione dopo edizione, questa problematica diventa sempre più complessa”.

Rifiuto dello spreco, attenzione nella difesa degli ecosistemi, un diverso approccio verso il bene comune: sono questi i comportamenti virtuosi che proprio la crisi dovrebbe riportare in prima posizione nella scala delle priorità.
“Questa è una crisi entropica, stiamo consumando più risorse ed energie di quanto produciamo, ma da qui si deve uscire con nuovi paradigmi virtuosi – ha concluso Petrini – Ognuno troverà la formula migliore, ma non c’è dubbio, i nostri comportamenti colletivi e individuali devono cambiare”.