Cronaca

Spaccata alla gioielleria “Ghiglino”: in manette 5 ladri professionisti con fucile subacqueo

Loano. Sono stati arrestati gli autori della spaccata notturna alla gioielleria “Ghiglino” di Loano. Una banda professionale, tanto da essere dotata di ricetrasmittenti per organizzare le azioni nei minimi dettagli e tenere le comunicazioni tra i “pali” e chi effettuava i furti. Si tratta di un italiano, Alessandro Falzone (40 anni), e di quattro romeni: Constantin Cosmin Cirjan (26), Dmitri Ciobanu (24), George Madalin Dinu (29) e Mihai Robert Hretu (26).

I carabinieri del nucleo operativo di Albenga, guidati dal capitano Michele Morelli e dal maresciallo Walter Zanella, supportati dai colleghi di Imperia, sono riusciti a stroncare il sodalizio criminale. Gli investigatori hanno analizzato il modus operandi e la sistematicità dei colpi, hanno controllato i veicoli transitati sul territorio e incrociato le targhe riprese dalle telecamere di diversi Comuni.

Infine hanno notato una Daihatsu Teiros sospetta, intestata ad una cittadina romena. Attraverso gli accertamenti sono riusciti a risalire e identificare, uno ad uno, tutti i componenti della banda. I cinque uomini sono stati sorpresi all’interno di un residence sulle alture di Imperia, dopo che avevano messo a segno la spaccata nella giorielleria loanese.

I ladri avevano distrutto il vetro del negozio riscaldando con la fiamma ossidrica, poi avevano arraffato una cinquantina di orologi di marca per un valore di circa 20 mila euro. Ma i militari del nucleo operativo dell’Arma erano prossimi ad individuare il loro covo nell’Imperiese. Fatta irruzione nell’appartamento, i carabinieri hanno sorpreso i cinque mentre si dividevano la refurtiva.

La banda era dotata di ricetrasmittenti per coordinare le azioni. Inoltre prima del colpo effettuava diversi sopralluoghi valutando anche i tempi di reazione delle forze dell’ordine. Con un singolare stratagemma, peraltro. Con un fucile subacqueo ad aria compressa colpivano la vetrata della gioielleria e allo scattare dell’allarme calcolavano i tempi d’intervento delle pattuglie. Prima di eseguire i colpi, poi, i ladri si premuravano di oscurare le telecamere di sorveglianza.

L’italiano è considerato la mente del gruppo. Insospettabile, con una vita regolare, organizzava però i colpi con metodologia operativa. Da qui l’ipotesi di associazione per delinquere al vaglio della magistratura. Si ritiene che l’organizzazione sia dietro a diversi colpi in gioielleria avvenuti nei mesi scorsi.

Durante le perquisizioni i militari dell’Arma hanno rinvenuto numerosi arnesi usati dalla banda: il fucile subacqueo, il cannello con le bombole della fiamma ossidrica, flessibili e cric per auto (da cui il nome dell’indagine, “Cric” appunto). Nell’appartamento di Falzone è stata trovata una moto rubata alla concessionaria “Comauto” di Imperia. Il furto era avvenuto nottetempo ed erano sparite anche una Range Rover e una Hyundai Xi35, nonché un televisore con l’intero impianto di videosorveglianza.

Il titolare dell’autosalone imperiese ha riferito agli inquirenti che tre uomini, un italiano e due stranieri, si erano presentati alla concessionaria aggirandosi per qualche minuto fra le auto, per poi subito allontanarsi. Si presuppone che anche in altre circostanze la banda abbia eseguito sopralluoghi mirati.