Albenga. La delibera di giunta approvata giovedì in Regione eleva formalmente il reparto protesico del Santa Maria di Misericordia di Albenga a centro di eccellenza regionale per le specialità della chirurgia ortopedica di elezione. Una scommessa vinta per l’Asl e per il Gruppo Sanitario Ligure che ha ideato il progetto all’interno del nosocomio albenganese.
“Con questa delibera il reparto in questione diventa punto di riferimento per tutta la parte protesica dei cittadini liguri – commenta Flavio Neirotti, direttore generale dell’Asl2 – Quindi, mentre fino adesso noi eravamo presenti sul Savonese e sull’Imperiese, è stato proprio formalizzato dalla Regione che anche i genovesi, e pazienti di altre provenienze, potranno avere le prestazioni sanitarie di cui hanno bisogno all’ospedale di Albenga”.
“Con questo progetto la fonte di risparmio è duplice: una deriva dalla percentuale di riduzione già trattata in sede di gara con GSL e l’altra deriva dalla differenza tra la tariffa regionale delle prestazioni protesiche rispetto alle tariffe nazionali – continua Neirotti – Tutto ciò ci permette di avere una riduzione di oltre un milione di euro già quest’anno e, col progetto di estensione, migliorare ancora di più il recupero dei costi”.
Una buona notizia, dunque, per l’ospedale Albenga e per chi temeva per le sorti del nosocomio ingauno, e, allo stesso tempo, un riconoscimento che non va a danneggiare il Santa Corona. “Tutt’altro – conferma Neirotti – L’ottica è sempre quella della sinergia con l’ospedale di Pietra Ligure in cui continuerà a essere presente la chirurgia protesica fondata dal compianto professor Spotorno e ora diretta dal dottor Andrea Camera, un reparto che resta punto di riferimento importante per il comprensorio”.
“Ciò che accade ad Albenga è la dimostrazione che il binomio pubblico-privato funziona. Molti dicono che sarà il futuro della sanità, per noi è già il presente da 15 mesi con un successo riscontrato tra i pazienti che non devono più andare altrove per essere curati. Si tratta di un successo dal risvolto sociale, economico per l’indotto e per il sistema sanitario pubblico” conclude il direttore generale dell’Asl 2.
“Siamo molto contenti, questa delibera arriva in un momento importante – è il commento del dottor Alessio Albani – Direi, con un po’ di orgoglio, che il percorso iniziato più di un anno fa tra due mondi, quello privato e quello pubblico, abbia prodotto un modello che stia comunque funzionando, perché è riuscito a tenere alto il livello di prestazioni sanitarie, compatibilmente con la riduzione delle risorse economiche, creando anche due effetti importanti. Il primo, il recupero di cervelli, ottimi professionisti che si erano formati nella scuola del professor Spotorno e in qualche modo erano andati a lavorare fuori dalla regione Liguria; l’altro ha risvolti di carattere sociale ed economico: fino al 2001 la Regione Liguria spendeva soldi pubblici per poter far sì che i pazienti liguri potessero avere prestazioni sanitarie al di fuori della regione; oggi una parte di questi soldi vengono investiti sul territorio, in aziende locali e quindi creano un indotto in un momento di crisi economica. Quindi ci sentiamo particolamente orgogliosi di aver fatto questo progetto e poter dire che sta funzionando”.
Un progetto che vive dunque dentro l’ospedale di Albenga. “Se il progetto funziona è perché le due componenti, quella pubblica e quella privata, Regione e Asl, ci hanno creduto. Poi, soprattutto, per merito della componente umana: tutti gli operatori, medici e paramedici che all’interno dell’ospedale collaborano per far sì che GSL sia riuscita già nel primo anno a far tutti questi numeri importanti, 1500 interventi. GSL effettua alcune prestazioni, acquisisce tutte le altre prestazioni corollarie, quindi sicuramente per poter arrivare a questi risultati la macchina deve poter funzionare tutta. Noi abbiamo sempre trovato una grandissima collaborazione da parte di tutto l’ospedale di Albenga”.
Dopo aver fermato le fughe, intercetterete i cittadini europei? “E’ una bella sfida. Intanto questa delibera ci consente di attrarre pazienti extraregionali che per noi è un risultato importante. In più, se la direttiva europea dovesse rimanere tale, quindi a fine 2013 si registri una vera e propria liberalizzazione, perché no, potremmo diventare un centro attrattivo e far sì che i cittadini europei vengano ad operarsi ad Albenga”.









