Economia

Ocv, Vetrotex, Isoltermica, Fac: “A differenza di Ferrania rischiamo di non avere nemmeno il secondo anno di Cigs”

Tavolo Regione Ferrania

Savona. I lavoratori di Ocv, Vetrotex, Isoltermica e Fac scrivono alla Regione per richiamare l’attenzione sulla Cigs a rischio. “E’ lodevole l’interesse che la lunga e non risolta vicenda della Ferrania suscita ancora attenzione della Giunta e dell’intero consiglio della Regione Liguria. Nell’evolversi della triste vicenda di questa fabbrica negli anni passati sono state sviluppate forme di sostegno straordinari, oltre all’attivazione di strumenti come i cantieri lavoro, work experience, con conseguenti specifici incentivi all’assunzione dei lavoratori di questa azienda in cassa integrazione”. Questa la premessa dei cassintegrati.

Per Ferrania si sta per aprire il tavolo per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto per i lavoratori, che transiteranno a breve nelle procedure di mobilità. Da Ocv, Vetrotex, Isoltermica e Fac sottolineano: “E’ doveroso fare presente ai membri del consiglio regionale che sul territorio savonese esistono altrettante tristi vicende di chiusura di aziende. I lavoratori di queste aziende, a differenza di Ferrania, rischiano di non avere neanche il secondo anno di prosecuzione della Cigs e come prospettiva il transito nelle liste di mobilità. Chiediamo le stesse attenzioni osservate per i lavoratori di Ferrania”.

“Se l’esposizione all’amianto si è verificata in Ferrania altrettanta esposizione si è verificata, negli anni, in molte aziende sul nostro territorio. Numerose sono infatti le patologie, legate all’esposizione di tale materiale, già verificate, ad esempio, in lavoratori della Vitrofil prima, e della Vetrotex e Ocv” scrivono i lavoratori nella missiva alla Regione.

“Sappiamo – aggiungono concludendo – come l’amministrazione della Regione Liguria in questi anni sia stata di aiuto concreto per mondo del lavoro. Proprio per questo crediamo sarebbe utile, opportuno, necessario, che il consiglio regionale si impegni ad aprire un confronto che possa individuare risposte, innanzitutto di prospettiva occupazionale o, in alternativa alla procedura di mobilità, altre soluzioni, come quelle formalizzate nell’ordine del giorno sopra citato, ma in un ottica di bisogni e criticità generali e non particolari”.