Cronaca

Alassio, abuso in atti d’ufficio: chiesta la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per Luigi Tezel

Luigi Tezel

Alassio. Presunto giro di falsificazioni di atti pubblici messo in piedi nel Comune di Alassio: nuovi sviluppi nell’inchiesta della Procura di Savona esplosa nel maggio scorso. Questa mattina infatti il pm Danilo Ceccarelli, titolare dell’indagine, ha chiesto l’applicazione di una misura interdittiva di sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per il geometra Luigi Tezel (per un periodo dirigente del settore urbanistica del Comune alassino, attualmente dirigente del settore demanio, e indagato nella vicenda). Il provvedimento è stato richiesto al termine di un interrogatorio di garanzia davanti al gip durante il quale Tezel, assistito dagli avvocati Emanuele Lamberti e Emanuela Preve, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, ma tramite i suoi legali ha consegnato delle memorie difensive.

Spetterà ora al giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi decidere se eseguire l’ordinanza per sospendere Tezel dai suoi incarichi pubblici oppure no. Il geometra, insieme ad altre persone tra cui l’ex vicesindaco di Alassio Luigi Sibelli, la moglie di quest’ultimo Nadia Pelle, un imprenditore a cui il Comune ha affidato diversi lavori (e che è fratello di un consigliere comunale) un fotografo e un secondo geometra, era finito nel mirino della Procura. Per lui le accuse erano, in concorso, di abuso in atti d’ufficio e falso.

Fin dal primo momento il geometra ha sempre respinto le accuse e oggi anche il suo difensore, l’avvocato Lamberti, ha ribadito che quelli contestati sono “fatti estremamente modesti e non provati”. “Il pubblico ministero ha presentato una corposa memoria alla quale io ho replicato perché sostengo ci sia mancanza di indizi gravi e concordanti per dire che Tezel abbia compiuto i fatti”. Uno dei punti su cui poggia l’accusa sarebbero delle intercettazioni con le quali – questa la tesi del pm – è possibile provare che il funzionario abbia fatto delle “cortesie” ad alcuni colleghi.

In particolare a Tezel vengono contestati tre episodi: uno riguardante l’assegnazione di un lavoro ad un’azienda senza eseguire una gara pubblica; poi c’è la firma di un modulo che autorizzava la realizzazione di un manufatto che in realtà era già stata costruita ed era oggetto di una sanatoria; infine un parere positivo dato al personale comunale riguardo la costruzione di una veranda. Tutti episodi che la difesa ha motivato: “Per quanto riguarda l’assegnazione del lavoro era un intervento urgente ed è stato affidato a quella ditta precisa perché era l’unica che aveva un mezzo in grado di realizzarlo. Sugli altri episodi riteniamo che la posizione del nostro assistito sia marginale” precisano i legali.

Nella maxi inchiesta intorno al giro di presunti atti falsificati la Procura per alcuni indagati (in questo caso non Lugi Tezel) ha ipotizzato anche i reati, in concorso e a vario titolo, di corruzione aggravata, turbativa d’asta, falso ideologico del privato in atto pubblico, falso ideologico del pubblico ufficiale in atto pubblico; falsità in atti amministrativi; abuso edilizio, violazione vincoli paesistici ambientali.

Secondo l’accusa infatti il gruppo aveva messo in piedi una piccola organizzazione che in accordo falsificava atti pubblici (ad esempio pratiche edilizie, condoni) di amici e compiacenti, anche grazie all’aiuto di un fotografo che modificava le foto degli immobili oggetto di abusi edilizi. Tale pratica consentiva di evitare demolizioni o di sanare pratiche edilizie altrimenti insanabili a causa, ad esempio, di vincoli paesaggistici ambientali. Gli immobili sono tutti localizzati tra Alassio e Moglio. I carabinieri avevano anche accertato la turbativa d’asta in merito all’assegnazione di lavori di manutenzione che il Comune affidava spesso ad una ditta in particolare.