Savona. La vicenda della 52enne di Savona aggredita in casa dal pitbull di un amico riaccende la polemica sulle razze considerate aggressive.
“Sono polemiche che vengono zittite dalla scienza e dagli esperti che dicono inequivocabilmente che non esistono specie aggressive ma solo cani educati in modo scorretto” afferma Gianni Buzzi, vice presidente della Protezione Animali di Savona.
Ad accendere la reazione di Killer – questo il nome del pitbull – sarebbe stata una lite accesa tra il suo padrone, un 38enne savonese, e l’amica, e lo sbattere improvviso di una porta. Il cane ha così morso la donna ad una gamba con conseguenze piuttosto gravi a causa della lesione di alcuni nervi. Il tutto aggravato dal fatto che il 38enne ha impedito all’amica di chiamare i soccorsi perché spaventato dalle conseguenze di quel fatto (l’uomo è stato condannato a tre mesi di reclusione e duemila euro per lesioni e violenza privata).
“Il problema sono sempre i padroni – dice Buzzi – Se si insegna al proprio cane ad essere aggressivo, questi sarà aggressivo. Ma accadrebbe anche con un volpino solo che si tratta di un cane di piccola taglia che, al massimo, potrebbe causare qualche piccola ferita. Diverso è se si tratta di un pitbull o di un rottweiler che, con la loro corporatura e dentatura, sono in grado di fare molti più danni”.
“C’è poi da dire che, fino a qualche tempo fa, coloro che acquistavano razze di questo tipo spesso erano soggetti tendenti alla violenza e che vedevano in quei cani un’arma di difesa e attacco – dice ancora il vice presidente dell’Enpa – Il concetto quindi è: non criminalizziamo le razze, ma la cattiva educazione che qualche padrone trasmette. Alcuni non hanno la più pallida idea di come si addestri un cane di questo tipo, con conseguenze a volte devastanti”.