Cronaca

Banda dei videopoker davanti al gip: “Non siamo responsabili di tutti i furti contestati”

Operazione Jumper Albenga

Albenga. Hanno ammesso le proprie responsabilità, ma solo per alcuni dei furti che vengono loro attribuiti. Xhonatan Bibaj, e Petrit Vishkulli, i due albanesi di 25 e 30 anni arrestati dai carabinieri di Albenga nell’ambito dell’operazione “Jumper”, e che sono ritenuti i responsabili di 17 colpi ai danni di esercizi pubblici nel ponente ligure, sono comparsi oggi davanti al gip Donatella Aschero.

I due hanno ammesso di essere gli autori di alcuni episodi che vengono loro contestati, ma non di tutti e 17. In questo sono stati categorici: avrebbero portato a termine alcune azioni illecite, sì, ma non tutte quelle nelle quali gli inquirenti vedono il loro “zampino”. L’avvocato dei due albanesi, Graziano Aschero, ha richiesto i domiciliari almeno per Bibaj (che avrebbe una casa in cui alloggiare in attesa di giudizio). Il gip, però, si è riservato di decidere e i due ladri, al momento, restano in carcere.

La banda era specializzata in furti ad esercizi pubblici e bar dove svuotava le slot machine, colpi che garantivano una refurtiva consistente tanto da ipotizzare per i soli furti accertati un illecito guadagno che i carabinieri hanno stimato in 55.000 euro (ma la cifra potrebbe anche arrivare a 80 mila).

L’indagine è partita dall’analisi dei singoli episodi e dalle poche immagini che riprendevano i ladri in azione, immagini che impressionano per la violenza con cui i soggetti scardinavano le entrate dei bar e per la velocità di esecuzione del furto. I carabinieri attribuscono loro 17 furti e pensano anzi che potrebbero essere gli autori di altri episodi simili. Le cittadine visitate dai due albanesi arrestati (entrambi irregolari) sono Albenga, Alassio, Andora, Ceriale, Borghetto Santo Spirito, Loano e Pietra Ligure.