Politica

Albenga, nasce la figura dell’educatore “di classe” contro il disagio giovanile

Albenga - municipio comune

Albenga. “Non abbasseremo mai la guardia sul problema del disagio giovanile e, ogni volta che il mondo della scuola ci chiamerà ad aiutare i ragazzi e gli insegnanti nella prevenzione del malessere adolescenziale, faremo tutto il possibile per reperire fondi economici e aiutare le nostre nuove generazioni ad essere cittadini di domani più sereni e responsabili. Contro l’abbandono scolastico e a favore di un processo di integrazione che non escluda nessuno. Ecco perchè, quando il Dirigente scolastico Riccardo Badino mi ha chiesto aiuto, ho preso subito l’impegno di individuare una nuova figura, un educatore di scuola, aperto a evoluzioni legate all’operatività stessa capace di stabilire un rapporto significativo. Una nuova figura: quella di un educatore che riesca a sollecitare la curiosità stessa dei ragazzi, al fine di un lavoro produttivo con loro”. Così Eraldo Ciangherotti, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Albenga, annuncia l’istituzione di una nuova figura dell’educatore di “classe”, così come deliberato dalla Giunta Comunale di Albenga.

“In momenti di grande sofferenza economica delle casse comunali, abbiamo trovato una piccola risorsa da un capitolo dei servizi sociali da impegnare, per riuscire a coprire, con 30 ore settimanali, l’orario scolastico dell’intero istituto e mettendo a disposizione l’educatore che possa seguire i casi più difficili della scuola. In base agli studi a nostra disposizione, abbiamo deciso di concentrarci sulla scuole medie di Via degli Orti, le quali, in base ai risultati, presentano maggiori richieste di aiuto – prosegue Ciangherotti – Con questo progetto sperimentale intendiamo creare una nuova figura, esterna rispetto al corpo insegnanti, ma inserita come mediatore delle comunicazioni con le istituzioni (scuola, servizi sociali, consultoriali, sanitari, ed inoltre la rete del volontariato sociale) e con gli adulti in genere, negli ambienti scolastici in cui questi si rapportano con i giovani, che sappia impegnarsi in un rapporto stabile. Da qui, fino al termine dell’anno scolastico, con atto di indirizzo, si darà il via al progetto sperimentale, i cui risultati verranno portati in Regione, all’Ufficio scolastico e al Dipartimento dei Servizi sociali e delle politiche giovanili di Via Fieschi a Genova, e al prossimo Ministro dell’Istruzione. Intendiamo creare delle task force preventive del disagio giovanile, per prevenire effetti indesiderati e per soddisfare i bisogni naturali di protagonismo degli alunni, cercando di ridurre i rischi di disagio e abbandono scolastico cui possono andare incontro durante il loro percorso di crescita”.

Aggiunge il dirigente Riccardo Badino: “Devo ringraziare assolutamente l’Amministrazione Civica per questo intervento che rivela sensibilità verso le problematiche più complesse e dolorose dell’infanzia e dell’adolescenza di oggi così esposte alla sofferenza, alla frustrazione, all’incertezza del futuro e purtroppo ai rischi di devianza. Devo essere anche grato per la fiducia che ci viene riconosciuta come scuola che chiede collaborazione, aiuto e confronto su questioni così delicate che riguardano taluni alunni ai quali vogliamo assicurare ogni possibile tentativo per garantire loro successo scolastico e quelle condizioni di capacità elaborativa per affrontare la vita in contesti sociali sempre più complessi e difficili. La condivisione nella gestione di questa esperienza rappresenta, anche, la condizione essenziale, affinché in Albenga si dia vita ad un progetto sperimentale di integrazione tra sistema scolastico territoriale ed operatori dei settori socio- sanitari, della cultura e dello sport in questo delicato campo. Inoltre, è rilevante lo spirito di collaborazione che caratterizza il rapporto tra l’Ente Locale, i suoi Amministratori, le Maestranze e il nostro Istituto Comprensivo. Se mi è permesso celiare direi che io e l’assessore Ciangherotti siamo un po’ come Peppone e Don Camillo: divisi in alcune convinzioni di fondo, se non addirittura sui massimi sistemi, ma come i due personaggi di Guareschi, capaci di collaborare ed aiutarsi quando si tratta di operare per la comunità o, quantomeno, per alcuni dei suoi Membri più deboli”.