Savona. Nonostante la piccola vittoria in Tribunale con il giudice che ha prorogato di un anno lo sfratto prosegue la battaglia di Mario Riboldi, l’artigiano originario di Mondovì e residente ad Alassio, che, da anni chiede aiuto per una situazione insostenibile. Disoccupato, con la spada di Damocle dello sfratto, e con due malati da assistere: la moglie Caterina, costretta su una sedia a rotelle dalla sclerosi multipla, e una figlia sedicenne, alla quale è stata diagnosticata l’epilessia. La sua è una storia familiare ed economica, con la sua piccola ditta che ha chiuso i battenti, problemi finanziari e l’inizio della povertà.
Domani, martedì 19 febbraio, Mario Riboldi protesterà davanti alla Prefettura di Savona per denunciare ancora una volta la sua drammatica condizione e rivolgere l’ennesimo appello alle istituzioni, proprio dal palazzo del Governo savonese.
280 euro mensili di pensione di invalidità di Caterina e qualche euro frutto di lavoretti saltuari, in una abitazione a Moglio, frazione alassina, fatiscente, senza gas. Da tempo Riboldi chiede di cambiare abitazione partecipando al bando per l’assegnazione di case popolari. Ma non solo: “Il Comune ci ha dato dei pacchi di alimentari, ma avremmo bisogno di altro purtroppo, di farmaci e aiuti economici per far fronte alle spese mediche. Io non ce la faccio da solo…” aveva raccontato Riboldi.
“Mi sono rivolto a tutti e domani sarò davanti alla Prefettura con dei cartelli che racconteranno la mia storia e tutte le mia vicissitudini. E’ tanto tempo che chiedo di accedere ad una casa popolare, anche perché a fine anno avrò lo sfratto. Potrei anche essere allontanato, tuttavia mi auguro che questa azione possa sensibilizzare coloro di competenza ad aiutarmi prima possibile…” dice oggi l’ex artigiano alassino.