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Sospesa per cori razzisti l’amichevole tra Pro Patria e Milan: “recidivi” gli ultras della prossima avversaria del Savona

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Savona. Il mondo calcistico della Seconda Divisione è alquanto variegato, anche sul piano del tifo. I sostenitori del Savona lo stanno scoprendo, settimana dopo settimana.

Sia la terza che la quarta serie del calcio italiano annoverano squadre che portano allo stadio,  ogni domenica, oltre un migliaio di persone; al tempo stesso talvolta capita di giocare davanti a poche centinaia di spettatori, in impianti che, per dimensioni e calore sugli spalti, ci si aspetterebbe di trovare in Eccellenza o in Promozione.

Domenica, per la prima giornata di ritorno, il Savona affronterà la Pro Patria nel match clou della giornata, autentica sfida al vertice. Le due formazioni, nella prima metà di stagione, hanno avuto un seguito simile. Entrambe, nei match casalinghi, hanno potuto contare su un pubblico compreso tra gli 800 e i 1000 spettatori, superiore alla media della categoria.

Pur non essendo tra le tifoserie più numerose, sia quella degli striscioni che quella dei tigrotti sono finite spesso sul taccuino del giudice sportivo, causando ammende pecuniarie a carico delle rispettive società.

Ma se la dirigenza savonese ha dovuto sborsare qualche centinaio di euro principalmente per insulti alle terne arbitrali, la tifoseria bustocca si è distinta in maniera ben più negativa, portando gli arbitri ad annotare cori a sfondo razzista.

In questi anni più volte la Pro Patria è stata multata per questo motivo. L’8 novembre 2011 dovette pagare ben 7500 euro per i cori indirizzati ad un giocatore di colore del Montichiari. L’11 marzo 2008 l’ammenda fu di 5000 euro per “manifestazioni di discriminazione razziale” nei confronti di un calciatore del Cittadella. Recentemente, il 30 ottobre 2012, è arrivata una sanzione di 5000 euro per “frasi inneggianti alla discriminazione razziale in occasione delle giocate di calciatori di colore della squadra avversaria”, un atleta del Vallée d’Aoste.

Sono solamente alcune delle ammende ricevute dalla società lombarda che non riesce a porre fine al becero comportamento di quella che è una minima parte dei suoi sostenitori ma che, così facendo, ne danneggia l’immagine.

Ricevere multe, che peraltro paga la dirigenza e non chi le provoca, a nulla è servito fino ad ora. La conferma è arrivata oggi, quando, a Busto Arsizio, si è superato il limite. La Pro Patria era impegnata contro il Milan, in una partita amichevole utile ad entrambe per ritrovare il ritmo campionato. Nel primo pomeriggio odierno allo stadio Speroni si sono ritrovati circa 3 mila spettatori, per assistere alla sfida tra i locali e i blasonati avversari.

Fin dai primi minuti di gioco, alcuni ultras bustocchi hanno iniziato a prendere di mira i quattro calciatori di colore del Milan, Boateng, Emanuelson, Muntari e Niang, sottolineando con continui “buu” ogni volta che toccavano il pallone.

Ad un certo punto Kevin Prince Boateng, stizzito per gli odiosi versi corali, ha scagliato il pallone in direzione della curva locale. Il capitano e altri giocatori biancoblù sono andati a parlare con i sostenitori di casa, ma i loro tentativi di farli smettere non sono serviti a nulla. Tutti i calciatori hanno quindi scelto di rientrare negli spogliatoi, smettendo di giocare. Nel frattempo, il resto dello stadio ha subissato di fischi i protagonisti delle invettive razziste.

Il gesto è stato condannato anche dal sindaco di Busto Arsizio, che ha sottolineato come “pochi ignoranti non possono macchiare la storia gloriosa della Pro Patria e della città”.

Non è noto quanti saranno i sostenitori che domenica seguiranno la Pro Patria al Bacigalupo, ma sicuramente non riceveranno applausi dai “colleghi” savonesi, i quali sono sempre stati lontani dalle ideologie razziste che macchiano il nome di numerose curve del tifo italiano.