La giustizia indiana è tortuosa per tutti, ma la vicenda dei due marò, nell’ultimo mese, sembra aver registrato un’accelerata che in molti sperano possa essere d’esempio per un caso meno “mediatico” ma ugualmente ingarbugliato come quello dell’albenganese Tomaso Bruno e della torinese Elisabetta Boncompagni.
Per ciò che concerne Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, dopo un Natale trascorso in Italia grazie a un permesso speciale, la Corte suprema indiana ha deciso che il giudizio sui due marò italiani sarà trasferito ad un tribunale speciale che sarà costituito a New Delhi. Proprio questa mattina sarà emesso un ordine di trasferimento dei marò da Kochi alla capitale indiana.
Un iter cui i genitori di Tomaso guardano con grande interesse sperando che il polverone alzato dall’arresto di Latorre e Girone lo scorso febbraio possa in qualche modo accendere i riflettori anche sulla vicenda che vede coinvolti i due ragazzi condannati all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso il loro amico Francesco Montis nella camera d’albergo che i tre condividevano a Varanasi.
Intanto, lo scorso martedì, Luigi Euro Bruno e Marina Maurizio, genitori del giovane ingauno, hanno incontrato a Roma il Ministro Giulio Terzi. “In Farnesina era presente tutto il suo staff tecnico e lo stesso Ministro ci ha assicurato il suo impegno e che segue e continuerà a seguire personalmente il caso a cui tiene molto – ha scritto Marina su Facebook – Il colloquio è stato molto cordiale e ci siamo scambiati informazioni utili per il dossier. Il Ministro tiene a far arrivare a entrambi i ragazzi il suo pensiero e l’impegno che ‘non rimarranno soli'”.
Intanto la prima udienza davanti alla Corte Suprema indiana dovrebbe tenersi nella prima settimana di febbraio, con la speranza, da parte di genitori e amici dei due ragazzi, che il ricorso presentato dal nuovo difensore venga accolto.