Liguria. L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) è una eccellenza, tanto da sollevare anche le “invidie” di altri centri scientifici. Ad essere contestato sembra essere soprattutto il suo modello, cioè l’essere finanziato direttamente dal ministero dell’Economia (e non dal Miur) e quindi il poter contare su un sistema di governance che lo rende autonomo, snello, competitivo.
“Un’operazione importante che risolve due carenze del nostro Paese, ovvero la crescita della produttività e l’eccellenza tecnologica – spiega il ministro Fabrizio Barca, oggi a Genova – Un centro su cui lo stato italiano ha investito molto, che produce idee, che possono andare ad aumentare una produttività per un welfare di un certo livello”.
“Che questo avvenga sul territorio è molto importante e l’iniziativa di oggi dimostra ciò che avviene. I molti brevetti tradotti in effettiva applicazione dipendono dalla domanda pubblica che diventa più forte e che pretende di spendere bene i soldi che mettiamo a disposizione della sanità – prosegue – Oggi si è parlato molto di cura, con l’idea centrale della robotica e questo dipenderà anche dalla capacità di rischiare del settore industriale”.
A proposito di possibili invidie, il ministro mette a tacere ogni voce. “L’Italia non spende troppo in ricerca, università e scuola, ma può spendere meglio e mi auguro che il prossimo governo lo faccia – conclude – Si deve competere sul merito, come fa questo centro che è dimostra con i dati di essere eccellente. Questo fa sì che si mettano da parte le gelosie che spesso nel nostro Paese esistono”.
Il direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) Roberto Cingolani è stato invitato dal presidente della Regione, Claudio Burlando, a raccontare i principali ambiti di ricerca su cui sta lavorando e le possibili sinergie che si potrebbero sviluppare con le realtà dell’ambito scientifico ligure e le imprese più attente all’innovazione tecnologica del territorio.
“C’è il nucleo storico della robotica che adesso sta generando importanti risultati nel settore della riabilitazione, poi abbiamo importanti risultati nel settore della chimica verde, quindi come riciclare materiali, separare olio dall’acqua e così via, infine risultati eccellenti anche nell’ambito diagnostico e farmaceutico – spiega Cingolani – quindi direi che tutta la macchina sta procedendo in parallelo come speravamo dal piano”.
Il direttore scientifico guarda al futuro. “Sarebbe molto bello se partisse una iniziativa della robotica sui malati per aiutare chi ha bisogno, cioè trasferire la tecnologia a persone che hanno perso mobilità – prosegue – Il rapporto con le aziende comincia ad essere pressante, spesso dobbiamo trovare persone da mettere al 100% sul programma e a volte non è facile, ma molte aziende sono interessate”.