Cronaca

Inchiesta sui falsi ciechi savonesi: chiesto il rinvio a giudizio per i 6 indagati

Tribunale

Savona. L’indagine della Guardia di Finanza di Savona e coordinata dalla dottoressa Daniela Pischetola che ha portato ad incastrare sei falsi ciechi è arrivata alla conclusione. Il sostituto procuratore savonese ha infatti avanzato una richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati, cinque uomini e una donna quasi tutti di mezz’età (solo uno ha 70 anni), in questa vicenda che dovranno rispondere di truffa aggaravata ai danni dello Stato.

Secondo l’accusa dichiarandosi non vedenti al 100% percepivano la pensione più l’indennità di accompagnamento senza però avere alcun handicap: 1.100 euro al mese circa praticamente rubati allo Stato con l’inganno, per un totale di 600 mila euro indebitamente percepiti dai truffatori. I falsi ciechi sono stati smascherati grazie ad una serie di accertamenti delle Fiamme Gialle che li hanno pizzicati mentre andavano in palestra, attraversavano con attenzione la strada, selezionavano con cura i prodotti da acquistare leggendo scrupolosamente le etichette, accompagnavano i bimbi a scuola e controllavano ossessivamente gli scontrini.

A far rizzare le orecchie ai finanzieri era stata la casuale presenza di un militare alla sceneggiata improvvisa di una donna, apparentemente cieca, che parlava di “questi falsi invalidi, che, soprattutto nel Meridione, vivono sulle spalle dello Stato e con i soldi dei cittadini”. Peccato che uno di questi personaggi fosse proprio lei, che, dichiarandosi non vedente al 100%, prendeva il corrispondente dello stipendio medio di un qualsiasi dipendente che suda e lavora. La Guardia di Finanza di Savona ha iniziato così col farsi fornire dall’Inps l’elenco di tutti gli invalidi che percepivano un’indennità e una pensione perché ciechi assoluti (un centinaio in tutto, nel Savonese) e a monitorarli anche attraverso l’analisi di banche date e documenti (con la verifica, ad esempio, del possesso della patente di guida o di licenze quali quelle per la caccia o per la pesca tali da cozzare con lo “status” di non vedente assoluto).

In un caso, a dir poco surreale, gli uomini delle Fiamme Gialle sono risaliti a una denuncia che una finta cieca aveva sporto alla caserma dei carabinieri contro una presunta truffatrice, descrivendola per filo e per segno nell’aspetto e sostenendo che la foto che aveva sul tesserino con il quale si era presentata alla sua porta per proporre un contratto telefonico, non corrispondesse al suo viso. Un ritratto da iper-vedente, insomma, altro che cecità.

Un’altra “furbetta” è stata invece immortalata dalle telecamere mentre accompagna il figlio a scuola, poi va in Posta, compila un bollettino, lo controlla per bene, raccoglie la piccola spilla che le cade per errore, e se ne ritorna a casa. Tutto come se niente fosse e senza alcun problema.

Ma gli esempi si sprecano: c’è quello che va al supermercato, legge le etichette dei prodotti, scarta quelli che non lo soddisfano e paga contando i soldi; quello che va in palestra e si mostra in formissima, altro che invalido; chi prende il caffè al bar e controlla lo scontrino; chi attraversa con attenzione la strada e sempre sulle strisce pedonali. Ad immortalare le loro gesta – si fa per dire – sono state le telecamere dei vari esercizi commerciali che frequentavano e quelle di videosorveglianza dei vari Comuni dove risiedevano.