Savona. Erano quasi le dieci quando, dopo un tira e molla che andava avanti da un paio di ore, la signora Elvezia C. si è convinta a lasciare il suo appartamento al civico numero 4 di via dei Martinengo 8. Al momento di uscire dalla palazzina la donna, 87 anni, conosciuta da tutti nel quartiere perché da quasi 15 anni quotidianamente dà da mangiare ai colombi, non ha nascosto il suo sconforto e si è sfogata inveendo contro gli agenti della municipale. Alla fine l’anziana è comunque salita sulla vettura dei vigili che l’ha portata verso un albergo di Varazze dove sarà ospitata.
Le premesse affinché la situazione potesse degenerare in attimi di tensione c’erano tutte, ma, fortunatamente, grazie all’estenuante opera di convincimento degli agenti della municipale, coadiuvati anche dal medico curante della signora, dal personale della Croce Rossa e dai vigili del fuoco, lo sgombero è avvenuto senza imprevisti. Non appena la signora ha lasciato la casa gli operatori dell’Ata hanno provveduto ad una prima bonifica dell’alloggio che è poi stato messo sotto sequestro.
“E’ una casa in condizioni igienico sanitarie veramente molto precarie” sono state le prime parole del comandante della polizia municipale di Savona Igor Aloi. E’ stato poi lo stesso Aloi a spiegare come si è svolta l’operazione di sgombero: “Il gip del tribunale di Savona Donatella Aschero ha disposto il sequestro dell’alloggio ed un contestuale allontanamento della signora per consentire la bonifica dello stesso. Le condizioni dell’alloggio sono veramente molto precarie: assoluto degrado, con l’impianto elettrico e del gas non funzionanti, per cui la nonnina viveva anche al freddo. Ora è stata accompagnata in un albergo a Varazze dove, visto che non è in custodia cautelare, è libera di uscire”.
“Faremo tutti i lavori necessari all’interno dell’alloggio con un ripristino dei vari impianti e delle condizioni igienico sanitarie, poi deciderà l’autorità giudiziaria che fare. Di certo la persona va assistita e infatti per lei è stato già nominato come amministratore di sostegno l’avvocato Beltrametti. Come opinione personale, posso dire che chi ha aiutato questa nonnina ad alimentare i piccioni – che, per lei, erano l’unico sfogo e l’unica compagnia – ha fatto più male che bene. Questo perché la casa in cui viveva è davvero sporca, con guano in cucina e anche un colombo morto all’interno della cucina” ha aggiunto Aloi.
“Questa mattina abbiamo portato avanti un’opera di convincimento estenuante, le abbiamo spiegato che poteva nominare un avvocato, ma non ha voluto nessuno. Lei non si è mai barricata in casa: l’abbiamo incontrata fuori dall’alloggio, in via Boselli, e l’abbiamo poi convinta a seguirci fuori dall’abitazione e a seguirci” conclude il comandante della polizia locale.
Durante le operazioni di sgombero dell’appartamento alcuni vicini di casa della signora si sono affacciati per capire quello che stava succedendo. Nessuno ha voluto commentare direttamente la situazione ma, a taccuini chiusi e telecamere spente, hanno confidato che quella era davvero una situazione insostenibile. “Sono dispiaciuta, ma credo che questa sia la soluzione migliore anche per tutelare la signora che aveva bisogno di essere seguita. Le condizioni sanitarie che si sono create sono davvero precarie e pericolose sia per lei che per noi” ha confessato una vicina.
Dai racconti dei residenti della palazzina emerge un quadro davvero drammatico: in molti, a causa della presenza dei colombi e della relativa sporcizia, negli ultimi anni si sono ammalati. Disturbi della pelle e, in qualche caso, addirittura mononucleosi e candida, sono tra le patologie lamentate dagli abitanti della zona. Secondo alcuni nell’ultimo periodo la signora arrivava a distribuire, tra quello che gettava in piazza Saffi e quello dal balcone, fino a 20 chili di grano al giorno ai colombi: “Quasi un’attività ‘industriale’. Era necessario intervenire” si lascia scappare un altro abitante di via Martinengo.