Cronaca

Funerale di don Rebagliati, il testamento: “Ringrazio la Chiesa per il sacerdozio, anche quando non sono stato capito”

Don Rebagliati

Stella. Tanta gente al funerale di don Carlo Rebagliati nella chiesa parrocchiale di Stella San Bernardo. Il vescovo Vittorio Lupi ha celebrato il rito funebre, ma senza svolgere la predica, affidata invece al pro-vicario Antonio Ferri. Francesco Zanardi, il grande accusatore dei casi di pedofilia, insieme ad una parrocchiana di Noli ha letto messaggi durissimi rivolti alle istituzioni diocesane. “Inutile omaggiarlo adesso, quando in vita è stato infangato”, questa la sostanza dell’invettiva.

Al termine della funzione, la salma di don Rebagliati è stata portata al cimitero di Stella per essere tumulata nella terra, come espressamente indicato dal defunto. Per 15 anni economo diocesano, il sacerdote è mancato all’età di 65 anni. Negli ultimi anni era stato testimone d’accusa in una nota inchiesta sui preti pedofili. Lui stesso, dopo aver dato le dimissioni dalla sua parrocchia, era stato indagato per induzione alla prostituzione. Il prete aveva ammesso di aver scambiato effusioni con un ex tossicodipendente oggi trentaduenne ma non per soldi.

La Procura della Repubblica lo scorso anno aveva chiesto l’archiviazione. Dopo la bufera giudiziaria l’ex economo era stato invitato dal vescovo a dimettersi dallo stato clericale. Una richiesta che aveva incontrato l’opposizione dei parrocchiani di don Carlo che gli sono sempre rimasti vicini, ma che era stata accettata dal sacerdote nel giugno 2011. Entrato in seminario a 16 anni, don Rebagliati nel 1994 aveva scoperto di essere sieropositivo; decise di curarsi a Savona, senza timore di essere riconosciuto.

Durante il funerale è stata data lettura del testamento spirituale del sacerdote scomparso: “Ringrazio il Signore per il dono del battesimo, per la mia Chiesa, per avermi chiamato al sacerdozio nella diocesi di Savona-Noli, anche quando non sono stato capito… Ringrazio Gesù per la speranza che ha posto nel mio cuore, quando facendomi prendere coscienza dei miei peccati si è mostrato compassionevole con me”.

“Chiedo perdono a Dio e ai fratelli per me – ha scritto don Rebagliati nel testamento – Chiedo perdono a Dio e ai fratelli per il male che ho fatto e soprattutto per il bene non ho fatto, o meglio che non sono stato capace di fare. Mi ricordo tuttavia di essere polvere, per questo chiedo di essere seppellito nella terra”.