Savona. Nessuna spiegazione del suo gesto o meglio nessuna parola. Adriano Ponzo, il quarantaseienne di Finale arrestato domenica scorsa con l’accusa di tentato omicidio nei confronti di una sessantenne, questa mattina davanti al gip Fiorenza Giorgi ha fatto scena muta scegliendo di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha confermato la misura di custodia cautelare in carcere.
Ponzo, che è assistito dall’avvocato Daniela Giaccardi, deve rispondere oltre che dell’accusa di omicidio anche di quella di rapina visto che dalla casa della vittima dell’aggressione mancavano alcuni oggetti. La donna, Rosanna G., un’ex infermiera, è stata aggredita nella sua casa in via della Pineta 4 a Finale Ligure: l’uomo, un amico di famiglia, ha suonato al campanello con la scusa di voler fare gli auguri e la sessantenne, che non aveva motivo di pensare che quello fosse solo un pretesto per farsi aprire, lo ha fatto entrare. Una volta dentro all’alloggio Ponzo si è però scagliato contro di lei, prima tentando di strangolarla con uno strofinaccio, e poi colpendola alla schiena con un coltello da cucina (sembra che la vittima abbia confermato che provenisse dalla sua cucina). Una volta ferita la donna il quarantaseienne era fuggito portando via dall’abitazione alcuni oggetti d’oro (da qui l’accusa di rapina).
Fortunatamente la donna era riuscita a chiamare aiuto ed era stata trasportata all’ospedale Santa Corona dove i medici le avevano estratto la lama dalla schiena. Era stata poi la stessa vittima ad informare i carabinieri sull’identità del suo aggressore. I militari, che vista la gravità del fatto avevano messo in campo molti uomini e mezzi (dalla stazione finalese, dalla Compagnia di Albenga, ma anche dal Reparto Operativo Provinciale), si erano messi immediatamente sulle sue tracce riuscendo ad individuarlo dopo poche ore sull’Aurelia a Loano. Qui Ponzo era stato bloccato ed accompagnato in caserma. Dalla perquisizione sull’uomo erano poi saltati fuori alcuni gioielli di proprietà della sessantenne.
Dal momento dell’arresto Ponzo, che da qualche tempo era domiciliato a Finale e lavorava per una cooperativa albisolese, non ha fornito alcuna spiegazione del suo gesto agli inquirenti. Non è da escludere che la difesa possa decidere di far eseguire una perizia psichiatrica per stabilire se l’uomo fosse capace di intendere al momento dell’aggressione.