Albenga. Era, straniera, in enormi difficoltà economiche e psicologiche per una gravidanza inattesa. Ha partorito in ospedale, in anonimato, senza dare il suo nome e suo figlio sarà adottato da una famiglia che si prenderà cura di lui con amore. Ecco una delle tante storie difficili ma a lieto fine per un neonato che, anziché essere abbandonato in un cassonetto o in qualche altro luogo di disperazione, dopo il parto all’Ostetricia di un ospedale in provincia di Savona, è stato affidato al personale medico del reparto in attesa delle misure del Tribunale dei minori per l’adozione.
“Infatti una donna sposata o non sposata, anche se clandestina, ha, per legge, il diritto di partorire in anonimato e di avere un periodo di riflessione di dieci giorni, successivo al parto, per decidere riguardo al riconoscimento o meno. In caso di mancato riconoscimento, il nome della madre rimarrà per sempre segreto, nell’atto di nascita del bambino verrà scritto ‘nato da donna che non consente di essere nominata’, e l’Ufficiale di Stato Civile, dopo aver attribuito al neonato un nome e un cognome, procederà entro i successivi 10 giorni alla segnalazione al Tribunale per i Minorenni per la dichiarazione di adottabilità. Generalmente questi bambini vengono adottati in tempi rapidi dalle famiglie in attesa di adozione” spiega Ginetta Perrone del Centro Aiuto Vita ingauno di Albenga.
Nel caso specifico del bimbo nato venerdì mattina nella provincia di Savona, a lanciare, via facebook, una raccolta di indumenti per neonato, di latte in polvere e pannolini è il Centro Aiuto Vita ingauno di Albenga, che in questi giorni si farà carico di consegnare al reparto nascite dell’Ospedale il necessario per la crescita del neonato. “L’encomio contro l’abbandono del neonato – dichiara Ginetta Perrone Presidente del Centro Aiuto Vita ingauno di Albenga – va prima di tutto alla mamma che ha scelto di partorire in anonimato in una struttura ospedaliera. E’ questo un modo estremo, ma efficace, per aiutare una donna a tutelare la vita nascente. Ecco perché esprimiamo tutto il favore nei confronti della donna che, pur di fronte ad una scelta difficile, decide di non abbandonare il neonato, ma di provvede a far
si che il bambino possa nascere”.
“Il parto in anonimato – prosegue la Presidente Perrone – è anche un valido deterrente all’aborto, a cui va data massima diffusione e ‘pubblicità’, proprio perché rappresenta una vera alternativa all’interruzione della gravidanza. Massima diffusione, dal punto di vista sociale, a questo tipo di istituto va data per promuovere al massimo questo tipo di cultura nelle scuole, nei Consultori, negli ambulatori medici, presso gli Ospedali e soprattutto in quei reparti che praticano gli aborti. Esiste una legge efficace, ma ancora troppo poco conosciuta che garantisce il parto in anonimato alle donne e alle mamme che si trovano in difficoltà di fronte ad una maternità inattesa” conclude Ginetta Perrone.