Cronaca

Albenga: via Genova, un brutto biglietto da visita per la città

incidente in via genova albenga

Albenga. E’ la via di accesso al centro della città, quella che dovrebbe costituire il suo biglietto da visita ma che non offre in realtà un bel colpo d’occhio.

Stiamo parlando di via Genova, ad Albenga, praticamente un passaggio obbligato per chiunque voglia visitare le bellezze del centro storico ingauno o immettersi nei viali che conducono al mare. Una strada di qualche centinaia di metri, trafficatissima e “costeggiata” da palazzi affumicati dallo smog.

Chi vive qui tenta di calcolare l’ora più adatta per poter aprire le finestre senza che gli scarichi delle auto intossichino appartamenti e case le cui facciate sono praticamente divorate dall’inquinamento. Chi è titolare di un’attività commerciale sembra rassegnato a una via che non invita al passeggio e a una burocrazia che non agevola chi prova a ingegnarsi per ideare soluzioni attira-clienti.

E’ il caso di Giovanni Delfino de “La culla”, uno dei negozi storici che sopravvive in zona da quarant’anni, e che da tempo si scontra con regolamenti che non gli facilitano la vita. L’attività si trova al civico 54, lato centro storico, con un’esposizione merci al civico 57, lato opposto. La precisazione è importante, perché qui basta cambiare marciapiede per incappare in regole più severe e restrittive.

“Ho chiesto solo di poter esporre più prodotti possibili all’esterno del locale, per renderlo più attrattivo, ma il sì è arrivato solo per uno dei miei esercizi – dice – Questo in cui ci troviamo ora rientra all’interno della zona della città vecchia per cui dobbiamo fare i conti con vincoli più stretti. Idem per ciò che concerne la domanda di poter apporre un’insegna luminosa: questa potrebbe trovare posto al civico 57 in cui ho la sola esposizione prodotti. Inoltre, le dimensioni previste per il cartello sono sproporzionate rispetto all’ampiezza dei marciapiedi con un risultato estetico terribile”.

Quella dei marciapiedi è una questione che scalda gli animi: “Sono stati rifatti nel 2010, ma sono stretti e pericolosi – dice Maria dell’omonimo negozio di parrucchiere – Il tratto di fronte al mio esercizio commerciale è in pendenza e i clienti, soprattutto quelli più anziani, rischiano di inciampare. Si passeggia a ‘fior di auto’, insomma, nella speranza che un bimbo non ti scappi dalle mani finendo sulla carreggiata”.

“Io sono qui da 40 anni e un tempo via Genova era uno splendore – continua Maria – Ora la strada è sporca, le facciate dei palazzi luride, l’unico passeggio è costituito da qualche extracomunitario. Non si tratta di razzismo, ma ormai tutta Albenga è così: basta farsi un giro nel centro storico, soprattutto la domenica, per vedere chi sono i nostri visitatori. Il Comune, invece di spendere soldi in fuochi d’artificio o per le Frecce Tricolori, dovrebbe utilizzarli per il decoro della città”.

Mara, titolare di “Artigianoro”, la gioielleria che dal 1986 si trova quasi all’imbocco di via Genova, ha la sua ricetta: “Si dovrebbe migliorare l’illuminazione della strada e creare parcheggi non a pagamento: quelli di viale Liguria e piazza Nenni sono sempre pieni e non tutti, di questi tempi, hanno voglia di spendere. Bisogna aiutare il commercio: qui sono in molti ad aver chiuso”. Eppure qualcuno che investe c’è: “Io ho aperto nove mesi fa perché l’affitto è più basso, vedremo quali saranno i risultati: per ora si lavora pochino con i clienti e molto per pulire le vetrine perennemente annerite dallo smog” dice Chiara Pollio del negozio di abbigliamento “Paprika”.

E sono proprio la sporcizia e l’inquinamento a preoccupare di più. “Bisognerebbe creare un senso unico per limitare il traffico – dice Salvatore Quattropani, storico sarto di Albenga con alle spalle 39 anni di attività – Io lavoro e vivo qui, aprire le finestre è impossibile se non si vuole affumicare: mia moglie è sempre lì che spolvera e lava le tende”. Stessa sorte per la signora Carmela che è residente nello stabile de “La culla”: “La situazione è invivibile, i palazzi sono ormai logori, ma anche se volessimo rifare nuovamente le facciate sarebbe un salasso inaffrontabile”.

Negli anni passati il Comune ha emesso alcune ordinanze di ripristino di alcuni palazzi, in particolare al civico 21 e 35 dell’arteria stradale, perché in “grave stato di degrado edilizio” come si legge nei documenti con i quali si invitavano gli inquilini a eseguire tutti gli interventi di restauro necessari . Oggi, con la crisi che c’è, le famiglie possono giusto combattere per arrivare a fine mese. E pazienza se in case che, all’esterno, si mostrano decadenti come queste.

(Nella foto: via Genova, teatro qualche giorno fa di un incidente che ha paralizzato il traffico)

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