Cronaca

Alassio, aggredirono e rapinarono due coetanei davanti al kebab: quattro ventenni condannati

tribunale Savona

Alassio. La notte tra il 7 e l’8 maggio del 2011 due ventenni erano stati aggrediti per essere rapinati da quattro coetanei, Massimo Volante, Daniele Fenoggio, Samuele Zannino e Vincenzo Scolieri, ed un minorenne (J.C.) davanti al kebab di via Milite Ignoto ad Alassio. Per quell’episodio violento stamattina, davanti al gup Donatella Aschero, ci sono stati un patteggiamento e tre condanne con il rito abbreviato per rapina e lesioni personali.

A scegliere la via del patteggiamento è stato Fenoggio (assistito dall’avvocato Franco Vazio) che è stato condannato ad un anno e sette mesi; Zannino è stato invece condannato a tre anni e 20 giorni di reclusione e 600 euro di multa; per Scolieri invece la pena è stata di un anno e sei mesi e 400 euro di multa; infine per Volante la condanna è stata di due anni e due mesi e 600 euro.

Secondo l’accusa, intorno alle 3 di notte, il quintetto si era scagliato contro i due ragazzi colpendoli con bottiglie di vetro, calci e pugni. Uno dei due era stato centrato da una bottigliata alla nuca ma era riuscito a scappare dai rapinatori, abbandonando sull’asfalto la giacca in pelle. L’amico era stato immobilizzato dai malviventi e tempestato di colpi alla testa, fino a quando aveva consegnato il soprabito e il portafoglio. Il branco era poi scappato a piedi, mentre il giovane fuggito aveva allertato il 112. Nel giro di pochi minuti, le pattuglie della compagnia alassina avevano circondato la città del Muretto, bloccando sulla strada per Albenga l’automobile sulla quale si stavano allontanando i responsabili del raid (che sono poi stati riconosciuti dalle vittime dell’aggressione).

Il minorenne che aveva partecipato all’aggressione (giudicato dal tribunale per minori) prima della rapina si era già reso protagonista di un brutto episodio: era stato infatti tra gli autori dell’attentato incendiario del 25 aprile 2009 in vico Scotto nel centro storico ingauno, nel quale aveva rischiato di morire un bracciante marocchino. Al momento dell’aggressione davanti al kebab stava usufruendo di un permesso per partecipare a una comunione.