Liguria. “Lo sciopero contro l’applicazione dell’art. 9, comma 1 D.L. 78/2010 ai dipendenti delle autorità portuali, in data odierna, ha ottenuto una partecipazione pressoché totale in tutti i porti sedi di autorità portuali. Ciò nonostante il ministro Grilli ed il vice ministro Ciaccia, non hanno voluto ricevere la delegazione dei lavoratori per confrontarsi sulle criticità ricadenti sui porti per effetto della normativa di revisione della spesa pubblica”. Lo annunciano in una nota le organizzazioni sindacali.
“Questa ingiustificata chiusura costringe i sindacati a far permanere, a tempo indeterminato, lo stato di agitazione che si concretizzerà con l’adozione di molteplici iniziative (astensione dal lavoro straordinario, indizioni di assemblee dei lavoratori, scioperi, ecc.) che si ripercuoteranno negativamente sul sistema portuale nazionale di
cui le autorità portuali costituiscono traino” aggiungono i sindacati.
“La sottovalutazione del ruolo delle autorità portuali da parte dei Ministeri dei Trasporti e dell’Economia scardina un sistema contrattuale che ha garantito, fino ad oggi, lo sviluppo dei porti e, con esso, la crescita del Paese, anche grazie alla pace sociale che ha caratterizzato negli ultimi anni il settore portuale (risalendo l’ultimo
sciopero all’anno 2000) ed alla politica di contenimento dei costi a cui le autorità portuali si sono da sempre ispirate. Aprire un conflitto nei porti è una scelta scellerata e dannosa sotto ulteriori molteplici profili”.
“Alla lesione di diritti inviolabili dei lavoratori e delle norme contrattuali di riferimento, si aggiunga la violazione dell’autonomia funzionale e organizzativa e della gestione delle proprie risorse delle autorità portuali, con la consequenziale apertura di un fronte giudiziario senza precedenti con il prossimo avvio di migliaia di
contenziosi, con danni di natura erariale di portata incalcolabili. Danni che ben superano i presunti risparmi che il Governo vorrebbe conseguire” concludono i sindacati.