Savona. È partita anche a Savona la campagna della Cgil per tutelare i lavoratori delle aziende sottratte alla criminalità organizzata. Per fare questo la Cgil ha scelto lo strumento della proposta di legge di iniziativa popolare che propone di ampliare l’attuale copertura degli ammortizzatori sociali; favorire l’emersione alla legalità dell’azienda nel momento della gestione da parte dell’autorità giudiziaria; sostenere il percorso di riconversione delle aziende per rilanciarle nella fase di confisca. La campagna, appoggiata da tutte le associazioni impegnate nella lotta alla mafia a cominciare da Libera, si concluderà il prossimo 21 giugno. Per firmare la petizione sarà possibile da subito recarsi nelle sedi della Cgil che, con la primavera, organizzerà anche una serie di presidi nelle piazze. Infatti, per poter essere presentata la proposta deve essere accompagnata da almeno 50.000 firme, ma obiettivo della Cgil è raccoglierne centinaia di migliaia e per questo anche a Savona verrà profuso un impegno straordinario.
La Cgil ha presentato anche a livello locale la propria iniziativa “Con la mafia si lavora e con lo stato no?” è la provocazione del segretario Francesco Rossello. “Sembra impossibile ma questa domanda viene spesso posta quando attività economiche e produttive, simbolo del potere delle mafie, una volta sequestrate dallo stato, rimangono chiuse lasciando senza lavoro e senza reddito i lavoratori coinvolti. L’incapacità di trasformare rapidamente queste aziende in modello di legalità rischia di tradursi in una sconfitta dello Stato nei confronti della criminalità con le mafie che finiscono per raccogliere consenso proprio per la capacità di dare lavoro in un contesto di crisi e di esclusione sociale. Questi fenomeni cominciano a riguardare anche la nostra realtà territoriale. Per questo, rendere le aziende sequestrate e confiscate presidi di legalità democratica ed economica e capaci di garantire lavoro dignitoso e legale deve quindi diventare obiettivo prioritario per qualunque governo”.