Liguria. I giovani liguri sono curiosi e attenti (78%), competitivi (81%), determinati (67%), pragmatici (74%), tecnologici (52%) e creativi (58%): lo dimostra un’indagine di Unioncamere Liguria, svolta, in collaborazione con la società di ricerche Swg, a maggio 2012 su un campione di 600 ragazzi tra i 18 e i 34 anni. Nessuna traccia di “choosy”: il lavoro è al centro delle aspettative di questa generazione.
Lo studio, che ha come denominatore comune la creatività, obiettivo da sostenere e stimolare nelle nuove politiche rivolte ai giovani, definisce otto profili comportamentali più o meno creativi. La maggior parte dei giovani (il 58%) rientra nei quattro gruppi più aperti alla creatività: gli intraprendenti autoritari (26%), i volitivi libertari (11%), i pratici saldi (11%) e i reticolari personalisti (10%). Il rimanente 42% risponde invece a profili meno creativi: sono gli opportunisti seduti (19%), i guerrieri spaventati (9%), i fragili amicali (8%) e i difensivi esitanti (6%). I più numerosi, secondo lo studio, risultano i giovani “intraprendenti autoritari”: sono ragazzi tra i 18 e i 34 anni, molto sicuri di sé e delle proprie idee, che vivono in piccoli centri, usufruiscono poco della tv e del computer, ma navigano in rete soprattutto per mantenere vivi i rapporti personali e lavorativi: sono il gruppo con il maggior numero di iscritti a Facebook. Di fronte alla creatività sono pronti alle sfide, ma hanno paura di sbagliare e di non riuscire nell’impresa.
Segue il gruppo degli “opportunisti seduti” (19%), in prevalenza maschi, poco inclini alla lettura e alla navigazione web: sono convinti che per riuscire nella vita occorrano conoscenze e spintarelle, sono poco dinamici e quasi per nulla creativi, ma sentono la necessità di aumentare le proprie competenze. Al terzo posto (11%), i “volitivi libertari” e i “pratici saldi”: i primi sono attivi, dinamici, per la maggioranza studenti maschi, con pochi problemi economici, convinti che la gerarchia uccida la creatività; i secondi, poco inclini al cambiamento, sono soprattutto ragazze con discrete competenze informatiche e che utilizzano la rete per promuoversi a livello lavorativo: schemi e sorveglianza, per loro, sono i principali “killer” della creatività.
Da cosa è frenata la creatività nei giovani liguri? Quali sono gli ostacoli allo sviluppo secondo i giovani della provincia di Genova e quella di La Spezia? I ragazzi attuano strategie differenti dalle ragazze? Quali sono i “freni” alla creatività individuati nelle imprese?
Le risposte a queste domande e i dati della ricerca completa saranno presentati domani, mercoledì 14 novembre, alle 10,30, durante il Salone Orientamenti Abcd presso il FieraCongressi – Sala Verde della Fiera di Genova: saranno presenti Luciano Pasquale, presidente di Unioncamere Liguria; Enzo Risso, di Swg srl; Simone Baldini, studente componente del Cda, dell’Università di Genova; Alessandro Cavo, imprenditore e presidente del Gruppo Giovani di Confcommercio; Patrizia De Luise, presidente del Centro ligure produttività; Mauro Palumbo, dell’Università degli studi di Genova; Giuliana Pupazzoni, del Provveditorato regionale Istruzione; Sergio Rossetti, assessore regionale al Bilancio e istruzione.
Sul fronte dei dati giovani ed imprenditorialità, in Liguria i giovani tra i 18 e i 34 anni sono quasi 252 mila (circa 127 mila maschi e 124 mila femmine), così suddivisi tra le province: 137 mila a Genova, 35.600 a Imperia, 43.600 a Savona e circa 36 mila alla Spezia. Le imprese giovanili attive nella regione sono 14.900 (di cui quasi la metà in provincia di Genova), su un totale di circa 143 mila realtà liguri. I primi cinque settori in cui sono attive sono le costruzioni (4.531), il commercio (3.888), l’alloggio e la ristorazione (1.521), l’agricoltura e la pesca (1.0119 e il manifatturiero (752).
Il tasso di disoccupazione nei giovani liguri d’età compresa tra i 18 e i 24 anni in Liguria è del 23,8% (inferiore di circa 10 punti percentuali rispetto a quello italiano): i maschi disoccupati sono il 26,1%, mentre le femmine sono il 20,4%. Per quello che riguarda la ripartizione provinciale, Genova registra il tasso di disoccupazione giovanile più alto (30%), seguito da quello di Imperia (19,9%), La Spezia (18,8%) e Savona (14,3%).