Savona. Per la seconda volta la richiesta di rinvio a giudizio dell’assessore alle finanze di Pietra Ligure Mariangela Palazzo è stata dichiarata nulla e il procedimento ritornerà di nuovo nelle mani del pubblico ministero. A dichiarare la nullità del provvedimento, questa mattina, è stato il giudice per l’udienza preliminare Emilio Fois che, rilevato un vizio di forma, ha accolto l’eccezione presentata dai legali dell’assessore, gli avvocati Maria Teresa Bergamaschi e Roberto Zibetti.
I difensori di Mariangela Palazzo – che è accusata di furto e tentata concussione per una multa della municipale (peraltro pagata) il cui verbale era sparito da un ufficio comunale – hanno sostenuto che la richiesta di rinvio a giudizio fosse da annullare perché la loro assistita, quando l’indagine era stata chiusa, al contrario di quanto da lei richiesto, non era stata interrogata. Non è la prima volta che questo problema si presenta: era emerso nell’aprile scorso quando la vicenda era già arrivata in aula, davanti al Collegio. In quell’occasione i giudici accolsero la richiesta della difesa invalidando quel provvedimento e disponendo la trasmissione degli atti al pm.
In Procura, senza che l’assessore Palazzo venisse interrogata, è stata quindi riformulata la richiesta di rinvio a giudizio che stamattina è stata presa in esame dal giudice Fois e poi dichiarata nulla. A trarre in inganno l’accusa potrebbe essere stata una dichiarazione del legale che in un primo momento aveva seguito l’assessore Palazzo nella quale, riferendosi alla richiesta di interrogatorio, si scriveva che “l’indagata si richiamava alle memorie già depositate”. Una dichiarazione che, forse, è stata interpretata come una rinuncia ad essere ascoltata.
Le accuse contestate alla Palazzo avevano preso le mosse da un episodio del 2009, quando l´assessore venne multato da una vigilessa e, secondo l´accusa, protestò con il sindaco (il quale poi convocò anche il comandante della polizia municipale per chiarimenti). Dopo che la multa verbalizzata all´assessore sparì dall´ufficio (era il marzo del 2009) del suo collega con delega alla polizia municipale, di quella sparizione fu accusata proprio l’assessore Palazzo.
“Mariangela Palazzo ha regolarmente pagato la multa oggetto del giudizio (il bollettino di pagamento è stato depositato agli atti) e si è, invece, lamentata, come suo preciso dovere di assessore al bilancio ed in nome di numerosi cittadini che alla medesima si sono rivolti, della ritenuta irregolarità dell´operato di alcuni componenti del locale Comando di Polizia Municipale. Mai è stata chiesta alcuna cancellazione della multa” avevano osservato i legali della difesa.
“Quanto al del tutto presunto furto, dagli accertamenti da noi posti in essere è risultato che la documentazione inerente la multa contestata mai sarebbe stata formalmente trasmessa al Comune. Non solo dunque non risulta che quella documentazione si trovasse presso la sede comunale, dove sarebbe avvenuta la sottrazione, ma se lo fosse stata la ragioniera Palazzo, nella sua qualità di consigliere comunale, ne avrebbe avuto piena e gratuita disponibilità, senza avere alcun interesse ad impossessarsene furtivamente” avevano rimarcato gli avvocati Bergamaschi e Zibetti.