Cronaca

Inchiesta “Dumper”, Drocchi rompe il silenzio e si sfoga: “Non è credibile pensare che io fossi ‘padrone’ della città”

Roberto Drocchi

Savona. A poco più di una settimana dalla sentenza di patteggiamento emessa a suo carico Roberto Drocchi ha deciso di rompere un silenzio durato più di un anno e mezzo. L’ex capo del settore lavori pubblici del comune vadese ed ex presidente della squadra Riviera Basket (che era stato accusato di corruzione, occultamento di documenti contabili e falso in atto pubblico) ha scelto di parlare affidando una dichiarazione ai suoi legali Fausto Mazzitelli ed Elio Paleologo. Parole con le quali, anche se non direttamente, replica alle dichiarazioni che l’amministratore di Scavo-Ter Pietro Fotia avrebbe fatto due giorni fa davanti al pm Ubaldo Pelosi.

“Ritengo che la sentenza di patteggiamento abbia, già di per sé, riportato alla giusta dimensione il mio ruolo in tutta questa vicenda. Ritengo sia emerso con chiarezza quanto non fosse verosimile e non credibile l’idea che una persona, nella mia posizione, abbia potuto essere ‘padrone’ per ben sette anni, di un intero comune, se non di un’intera città, come invece è apparso a livello mediatico” si legge nella nota di Drocchi.

Fotia, arrestato insieme a Drocchi nell’inchiesta sulle mazzette negli appalti al Comune vadese, avrebbe invece spiegato al magistrato che per lavorare con il Comune di Vado “occorreva” essere sponsor del Riviera Basket, la squadra di cui il capo dell’ufficio tecnico, era presidente. Erano cinquantanove le assegnazioni “illegittime” o “indebite” secondo la Procura, che però ha ritenuto congrua una pena di un anno e quattro mesi per l’ex capo dell’ufficio tecnico che nella sua dichiarazione aggiunge: “Esiste, a questo punto, il fondato rischio che l’assenza di una replica faccia assumere per vero tutto quanto dichiarato, scritto, letto”. Come dire che il patteggiamento ha chiuso le sue pendenze penali, ma non equivale in automatico ad un’ammissione di responsabilità per tutte le accuse a lui rivolte.

Drocchi sembra anche intenzionato a portare avanti la sua battaglia in sede civile: “Riguardo alla posizione del Comune di Vado e ai contenziosi già in essere o che verranno promossi in futuro auspico che possano essere al più presto discussi nel merito, nella serena convenzione che potranno emergere, in sede di trattazione, tutte le responsabilità vere o presunte commesse ai fatti oggetto d’indagine”. “Avendo definitivamente chiarito la mia posizione con gli inquirenti, non ritengo sia necessario né opportuno rispondere alle dichiarazioni di uno degli imprenditori coinvolti nell’inchiesta. Dichiarazioni che non possono e non dovrebbero essere lette se non come frutto di una legittima, ma anche ovvia e scontata, strategia difensiva” conclude Drocchi.