Liguria. La situazione economica della Liguria è di “marcata difficoltà, non ci sono buone notizie, soprattutto dall’economia reale”. Così il direttore della sede di Genova della Banca d’Italia, Letizia Radoni, ha commentato il quadro congiunturale 2012. “Un minimo di conforto – ha detto l’analista Enrico Beretta – viene dalla previsione di ordini delle imprese nei prossimi 6 mesi, dove si equivalgono quelli che dicono che andrà peggio, meglio o allo stesso modo. C’è un po’ meno pessimismo”.
“Fatturato, ordini e investimenti non sono positivi – ha spiegato Letizia Radoni -. Ci sono naturalmente distinzioni perché soffrono di più le piccole imprese e le difficoltà sono maggiori nelle costruzioni”. “E’ scesa l’occupazione – ha detto ancora la direttrice della sede genovese della Banca d’Italia – in modo maggiore rispetto alla media nazionale e del Nord Ovest. La situazione è un po’ meno negativa rispetto alla media nazionale per quanto riguarda il credito: ha cessato di crescere nei confronti delle imprese però in una misura più contenuta”. “Il credito si deteriora, le banche hanno maggiori difficoltà ad ottenere i prestiti concessi – ha detto ancora Letizia Radoni – però in misura minore rispetto alla media nazionale”.
Nei primi nove mesi del 2012 l’industria manifatturiera della Liguria ha risentito della debolezza della domanda, principalmente di quella interna e i giudizi delle imprese sul livello degli ordinativi e dell’ attività produttiva sono sensibilmente peggiorati, in particolare per le aziende di minori dimensioni. Lo scrive Bankitalia nella nota congiunturale sulla prima parte dell’anno. In base al sondaggio della Banca d’Italia presso le aziende con almeno 20 addetti il fatturato dell’industria è diminuito, l’attività di investimento è rimasta modesta, in presenza di una perdurante incertezza circa l’evolvere delle condizioni di mercato. Nel settore delle costruzioni l’attività si è ulteriormente contratta; nel primo semestre le compravendite di immobili si sono ridotte del 21,2 per cento su base annua, mentre le quotazioni nominali sono diminuite dell’1,2 per cento. Nei servizi, il commercio continua a essere penalizzato dalla contrazione del reddito disponibile delle famiglie; gli operatori turistici hanno registrato nei primi sette mesi una flessione del 4,7 per cento delle presenze, concentrata nella componente nazionale. Il movimento commerciale presso i porti liguri è diminuito del 4,1 per cento nel primo semestre; il traffico di container é invece cresciuto del 2,0 per cento, in linea con il Nord Europa ma in misura inferiore a quanto registrato dagli scali mediterranei francesi e spagnoli.
Per Bankitalia è la disoccupazione il principale indicatore negativo per la Liguria. “E’ cresciuta in modo molto rilevante nel primo semestre del 2012 – ha sottolineato Enrico Beretta, analista di Banca d’ Italia illustrando il quadro congiunturale del 2012 -. E’ salito il tasso di disoccupazione e soprattutto è diminuito il numero degli occupati in misura sensibilmente più marcata rispetto al Nord Ovest e al resto d’Italia. Va detto – ha aggiunto – che la Liguria è sempre un po’ in ritardo nelle sue manifestazioni economiche per una serie di questioni strutturali e di conseguenza l’aumento occupazionale più massiccio è avvenuto anche in questo caso con ritardo”. “Anche la cassa integrazione è cresciuta nei primi nove mesi di oltre il 12% specialmente quella in deroga” ha detto Beretta. “L’ultimo bollettino economico della Banca d’Italia vede segnali di attenuazione del pessimismo per le ultime settimane del 2012. Auspichiamo – ha concluso – che se ci sarà una ripresa del ciclo economico internazionale e nazionale anche la Liguria nei prossimi mesi possa beneficiarne”.
I finanziamenti destinati alle famiglie consumatrici hanno ristagnato in Liguria nei primi sei mesi del 2012, soprattutto per il rallentamento della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni: a giugno 2012 la loro variazione su base annua è stata pari allo 0,3% per cento. Il tasso di crescita dei prestiti alle imprese ha continuato a diminuire fino a divenire negativo (-1,7% a giugno); vi hanno contribuito un’attività di investimento ancora molto debole e condizioni di offerta moderatamente restrittive. La qualità del credito erogato alle famiglie, misurata dagli ingressi in sofferenza, è rimasta stabile (0,9%); per le imprese sono aumentati sia il flusso di nuove sofferenze (1,6%), sia l’incidenza delle altre posizioni che presentano difficoltà di rimborso (4,9%). I depositi bancari di famiglie e imprese sono aumentati del 2,9%, sospinti dalla crescita dei rapporti vincolati. I titoli in custodia e amministrazione presso le banche, valutati al valore corrente, sono invece diminuiti del 7,5%, con l’eccezione dei titoli di Stato.