Albenga. “Chi, nel giro di un anno e mezzo, riesce a passare dalla maggioranza alla minoranza, per poi tornare, per giunta ‘gratificato’, nella maggioranza, difficilmente può dare lezioni di lealtà e correttezza politica: se poi si ricorda le ragioni di questi giri di valzer, la manovra si commenta da sé”. Torna ad incalzare l’ex assessore ai servizi sociali Eraldo Ciangherotti, dopo le dichiarazioni di Pollio e Cangialosi.
“Se Pollio e Cangialosi giustamente ritengono a questo punto di fare un passo indietro e di non accettare l’incarico di assessore, a maggior ragione non dovrebbero neppure essere disponibili ad assumere l’incarico di presidente del consiglio comunale da una maggioranza che, lungi dal condividerne le idee politiche, si è anche vista recapitare un ricorso al Tar (contro il sindaco Guarnieri reo solo di avere solo applicato la legge) avanzato da un componente nel consiglio oggi rientrato nelle file della maggioranza” osserva Ciangherotti.
I due consiglieri al centro dell’operazione di allargamento della maggioranza e del rimpasto di giunta hanno attaccato frontalmente l’assessore ai servizi sociali (“catapultato in una giunta comunale pur non avendo preso un solo voto dai cittadini albenganesi” hanno commentato). Replica Ciangherotti: “E’ vero che non sono stato eletto ma chiamato a svolgere l’incarico direttamente dal sindaco con cui ho collaborato con impegno e lealtà e che ancora oggi ringrazio per avermi consentito di lavorare per la mia città. Tuttavia non mi sembra di essere l’unico ‘esterno’: forse questo è il periodo in cui soggetti estranei ai partiti riscuotono più fiducia e, comunque, quando cessa l’incarico tornano volentieri al proprio lavoro, anche contro le aspettative della collettività che, potendo, avrebbe scelto di lasciarli ad occuparsi della cosa pubblica”.
“Quanto ai soldi ricevuti per questi 31 mesi “posso assicurare – afferma l’ex assessore – che non ho guadagnato nulla, ma siccome, per usare le parole del sommo poeta, ‘ognun col proprio cuore l’altrui misura’; ricordo ai consiglieri Pollio e Cangialosi che mi sono sempre pagato di tasca mia tutte le trasferte a Roma, a Genova ed ovunque sia andato a rappresentare le esigenze e gli interessi di Albenga e che la mia indennità di assessore (pari a netti 1160 euro al mese) costituiva un corrispettivo inferiore a quello che avrei ricavato dedicando lo stesso tempo al mio lavoro”.
“A questo punto – conclude Ciangherotti – credo che chi svolge incarichi di responsabilità nella vita della amministrazione di Albenga dovrebbe cercare di impegnarsi a risolvere i problemi della collettività, lasciando da parte personalismi e polemiche sterili”.