Cronaca

Accusato di un delitto avvenuto a Bereguardo nel 2003, 49enne residente a Savona in manette: oggi dal gip

Savona Tribunale

Savona. Arrestato due giorni fa con l’accusa di omicidio per un delitto che risale al 2 luglio del 2003. E’ successo a Pasquale Palumbo, 49 anni, un operaio edile originario di Torre Annunziata, ma che dal 2004 è residente a Savona. L’altro pomeriggio l’uomo è stato arrestato dai carabinieri di Brescia in esecuzione di un’ordinanza del gip di Pavia basata su un esame del Dna relativo ad un’impronta di nove anni fa rilevata su un bicchiere. Insieme a lui in manette sono finiti i fratelli Claudio e Giovanni che avrebbero partecipato con lui all’omicidio di Gioacchino Lombardo, 51 anni, padre di un amico dei fratelli Palumbo.

La vittima venne trovata carbonizzata su un’auto a Bereguardo in provincia di Pavia. Le indagini accertarono che Palumbo era stato picchiato a sangue (aveva fratture al volto ed alla testa), legato con del filo elettrico e poi gettato nel bagagliaio di un’auto a cui era stato dato fuoco: l’autopsia rivelò che quando fu avvolto dalle fiamme era ancora vivo.

Un delitto crudele che secondo l’accusa il figlio di Lombardo, Vincenzo, reo confesso dell’omicidio, aveva architettato per vendicare un torto subito dal padre. Per gli inquirenti Vincenzo Lombardo si era fatto “aiutare” dai tre fratelli Palumbo, ma lui invece li ha sempre scagionati sostenendo che ad aiutarlo erano stati “tre marocchini”.

Pasquale Palumbo questa mattina è stato interrogato per rogatoria dal gip Donatella Aschero. Davanti al giudice savonese Pasquale (assistito dall’avvocato Fabrizio Vincenzi oggi sostituito dal collega Accinelli) si sarebbe limitato a dire di non aver mai conosciuto la vittima. L’arrestato avrebbe invece ammesso di conoscere il figlio di Lombardo. Per ora Palumbo resta in carcere al Sant’Agostino.

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