Savona/Imperia. E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge per l’accorpamento delle province, con la fusione tra gli enti territoriali di Savona e Imperia a partire dal primo gennaio 2014. Il provvedimento varato dal governo, che diventa legge, prevede inoltre che “sarà capoluogo di provincia il comune con la maggiore popolazione residente. Gli organi di governo delle province avranno sede esclusivamente nel comune capoluogo di provincia”.
Il riordino delle Province “è da considerare come un’opportunità di valorizzazione delle specificità e delle esigenze territoriali, e non certo di mortificazione di antiche vocazioni e tradizioni locali, le quali potranno e dovranno trovare nel nuovo assetto ulteriori possibilità di promozione e sviluppo”. Lo sottolinea il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, rispondendo al question time, in cui sottolinea che il provvedimento intende “perseguire obiettivi di efficacia, efficienza”.
“Mi sento di escludere, pertanto – sostiene Cancellieri – che dal disegno riformatore possano derivare conseguenze che deprimano le realtà produttive del territorio ovvero creino scompensi al cittadino nell’erogazione di servizi pubblici. Al contrario l’obiettivo riformatore è quello di migliorare la capacità di risposta dell’ amministrazione territoriale, renderla più performante e aderente ai bisogni delle comunità”.
Quanto alle perplessità sollevate in merito alla scelta del Comune capoluogo delle nuove Province, il ministro ricorda che “i testi del decreto-legge n. 95 del 2012 e del più recente decreto-legge n. 188 del 2012 non si limitano ad introdurre il solo criterio ‘oggettivo’ della maggior popolazione residente. La norma, infatti, consente anche una certa flessibilità nella determinazione del Comune capoluogo, in quanto gli Enti locali interessati possono individuare criteri diversi, previo accordo anche a maggioranza”.
Il Governo, sottolinea poi Cancellieri, intende “portare a compimento il percorso avviato con i provvedimenti di riforma delle Province, con i quali si intende conseguire l’obiettivo di rendere la dimensione territoriale di tali Enti più adeguata alla loro particolare connotazione di area vasta. Tale intervento riformatore – aggiunge – perviene ad un complesso e articolato processo di riordino delle Province che tende a delineare forme e ambiti di più razionale governo e gestione delle politiche territoriali”.
Intanto i presidenti delle Province italiane restano sul piede di guerra: “A fronte dei tagli decisi dal governo, stanno anche valutando l’ipotesi di dimissioni di massa a partire dal prossimo primo gennaio”. Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Pisa e di Upi Toscana, Andrea Pieroni, commentando le prospettive dei tagli decisi dal Governo che, ha affermato, “renderebbero il nostro ruolo privo addirittura di dignità perché senza le risorse non siamo in grado di amministrare i territorio”.
“Una scelta del genere però non può essere affrettata – ha spiegato – e per avere la giusta efficacia deve essere presa anche dagli altri presidenti che già condividono la nostra posizione negativa sui tagli predisposti dall’esecutivo nazionale. E’ una soluzione che non può essere esclusa, ma della quale si discuterà anche nel corso dell’assemblea di domani a Roma tra tutti i presidenti della Province italiane”. D’altro canto però, ha concluso Pieroni, “sentiamo forte anche la responsabilità conferitaci dai cittadini che ci hanno eletti per governare i territori, ma che senza le risorse adeguate non siamo in grado di amministrare”.