Savona. Anche un body-builder savonese, un operaio edile di 43 anni residente a Borgio Verezzi (iniziali A.B.) denunciato per ricettazione nell’ambito dell’indagine condotta dai Nas a Torino su un traffico di anabolizzanti e sostanze dopanti, con un totale di 113 indagati, tra cui Massimo Venturelli, due volte Mister Universo e tre volte Campione del mondo. L’atleta di Pinerolo è agli arresti domiciliari così come altre sette persone.
In carcere sono finiti il titolare di un negozio di Torino, Stefano Magliano e la moglie (ai domiciliari) ed un professionista di Casoria (Napoli), Biagio Barbato, il quale, stando al quadro probatorio, era il fornitore dei coniugi, per un giro di affari di centinaia di migliaia di euro: solo le quattromila confezioni sequestrate hanno un valore di 160 mila euro. I Nas di Torino sono venuti a bussare anche alla porta del culturista savonese, sorpreso nella sua abitazione con diversi prodotti clandestini e proibiti. La sua posizione è ancora al vaglio degli inquirenti.
L’indagine, chiamata in codice ‘Bianco d’uovo’ perché così gli indagati, parlando al telefono, definivano i prodotti proibiti nel tentativo di stornare i sospetti, si concentrata sulla diffusione di anabolizzanti fra i culturisti. Le perquisizioni sono state eseguite dai carabinieri nelle province di Torino, Asti, Alessandria, Cuneo, Napoli e Savona al termine di un’indagine durata un anno per la quale il procuratore Gian Carlo Caselli ha avuto parole di elogio: “I Nas hanno operato in modo ottimale e con dei mezzi che, mi spiace dirlo, sono stati tutto meno che abbondanti: pensate che in certe occasioni hanno dovuto spostarsi in autobus. E voglio sottolineare questo aspetto perché torna a loro merito”.
I farmaci contenenti le sostanze vietate – come l’ormone della crescita o il nandrolone – venivano importati dall’estero (Grecia, Cina, Serbia, Slovenia e Spagna) sottobanco, dal momento che potevano essere venduti solo dietro ricetta medica; se ne è trovato persino uno ad esclusivo uso veterinario. Certi principi attivi sono pericolosi per la salute (anche per l’apparato riproduttivo maschile). Uno degli indagati ne ha parlato al telefono in una conversazione intercettata dai Nas: “sono andato in glicemia e ho rischiato la pelle. Quando mi hanno portato in ospedale mi hanno scambiato per un tossico”.