Vado L. “Il carbone per la produzione di energia elettrica certamente non piace, per le nefaste conseguenze – comprovate da studi dell’Unione Europea e di molti autorevoli scienziati – che tale combustibile ha sulla salute dei cittadini”. Così anche la Chiesa savonese si schiera contro l’uso del carbone alla centrale Tirreno-Power di Vado Ligure, dopo il rilascio dell’Aia. Lo scrive nell’editoriale su “Il Letimbro”, il mensile della Diocesi di Savona-Noli, don Angelo Magnano.
“La via della metanizzazione dell’impianto di Vado, sostenuta con forza anche dall’Ordine dei Medici, sarebbe stata anche a nostro avviso una buona soluzione di compromesso per conciliare salute e lavoro. Inoltre non può suscitare in noi alcun entusiasmo la soluzione – bizantina e italianissima – dell’Aia transitoria rilasciata dalla Conferenza dei servizi del 17 settembre scorso, anche perché permetterà all’azienda di continuare per quasi un decennio a utilizzare i 2 obsoleti ed inquinanti gruppi a carbone da 320 MW”.
Infine le domande all’azienda Tirreno Power: “Ha parlato di un progetto di sviluppo industriale della centrale con investimenti complessivi per 1,2 miliardi che ridurrà mediamente di un altro 70% l’impatto emissivo. Il tutto senza un euro di soldi pubblici. In specifico, quando si parla di emissioni a cosa ci si riferisce? Quali procedure tecniche s’intendono mettere in atto per attuare tale riduzione mantenendo in funzione due gruppi tecnologicamente obsoleti? E quali tempi sono previsti per quest’intervento? Perché si è ritenuta non praticabile la metanizzazione della centrale?”.