Cronaca

Metodi di insegnamento “bruschi”: insegnante delle medie di Spotorno a giudizio per “abuso di mezzi di correzione”

tribunale Savona

Spotorno. Accuse che vanno dall’aver tirato i capelli, ad aver colpito alla spalla e schiaffeggiato una studentessa, ma anche di aver scritto con la penna note musicali sulle mani degli alunni che non le ricordavano. Per questo motivo un’insegnante di educazione musicale in servizio presso l’istituto comprensivo di Spotorno, Vanda Delfino, 58 anni, assistita dall’avvocato Fabio Rulfi, è a giudizio per “abuso di mezzi di correzione”.

L’episodio sarebbe da collocare al giugno 2006, ma ieri, in udienza, sulla datazione esatta della vicenda sono emerse versioni contrastanti. Secondo alcuni ragazzi, minorenni all’epoca dei fatti e che frequentavano la scuola media di via Verdi, la docente aveva usato modi esagerati nei loro confronti, colpendo un alunno con uno schiaffo al volto, un’alunna con un colpo alla spalla, strattonandone altri due e tirando loro i capelli, infine scrivendo con la penna le note musicali sulle dita di uno dei suoi studenti.

In aula ieri hanno sfilato diversi testimoni tra cui l’ex direttore didattico e alcuni allievi, oggi maggiorenni. Nel corso delle varie deposizioni, piuttosto contraddittorie tra loro, i ragazzi hanno escluso la circostanza dei capelli tirati, come quella del colpo alla spalla, mentre altri hanno collocato gli episodi non nel contesto della festa di fine anno come inizialmente dichiarato, o nell’anno scolastico 2006-2007 come detto da altri, ma in momenti precedenti.

Da parte sua la docente, che insegna tuttora nell’istituto spotornese, ha sempre respinto ogni accusa negando tutti gli episodi che le vengono contestati. Quando venne presentato l’esposto contro di lei inoltre nei suoi confronti non furono presi provvedimenti disciplinari, anche se della vicenda si era discusso durante alcune riunioni d’istituto.

La difesa ha anche sottolineato come in quel periodo il clima a scuola non fosse dei migliori: nel 2009 infatti la stessa docente aveva intentato una causa per mobbing, ottenendo dal giudice del Lavoro Caterina Baisi una sentenza parzialmente a suo favore. “Si ritiene provato – scriveva infatti il giudice in sentenza – che il rapporto di forte conflittualità tra l’insegnante e il dirigente scolastico sia trasceso, in alcune occasioni, in comportamenti francamente persecutori e lesivi del dovere di tutela della dignità e della salute anche psichica del lavoratore”. Il processo riprenderà il 22 gennaio prossimo.