Regione. Dalla “monotematica” IV Commissione consiliare approda anche quest’autunno nell’aula del Consiglio regionale, per il voto finale, l’ennesima proposta di deliberazione per la cosiddetta “caccia in deroga allo storno”. Si propone di autorizzare l’abbattimento a scopo ludico di 120.000 esemplari di storno da parte di un massimo di 4.000 cacciatori che ne facciano richiesta; la specie è protetta a livello statale e comunitario, perché l’Italia ne ospita popolazioni svernanti che nella bella stagione si trovano in altri Paesi.
Il 5 ottobre scorso il presidente del Consiglio regionale Rosario Monteleone ha già informato tutti i consiglieri regionali che in merito alla bozza di provvedimento, predisposta già a luglio, sono pervenuti i pareri contrari della Direzione Ambiente della Commissione Europea, e dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale.
In caso di seconda condanna per una stessa violazione di direttiva comunitaria si apre la porta alla comminazione di sanzioni pecuniarie, che potrebbero essere scalate dai fondi europei a disposizione per i piani di sviluppo rurale dell’Italia. Ma una norma statale (art. 16-bis legge 11/2005) consente allo Stato il diritto di rivalsa su quei soggetti che causano una multa comunitaria: in questo caso sarebbero i consiglieri regionali.
“Ancora una volta la bulimia di animali protetti da concedere alle schioppettate determinerebbe un pasticcio giudiziario di cui molti consiglieri regionali sarebbero i principali responsabili”, è il commento delle sezioni liguri di varie associazioni ambientaliste, che si appelleranno nuovamente a Tar e Commissione UE, e che in caso di seconda condanna da parte della Corte di Giustizia UE si attiveranno perché i votanti a favore della delibera “ammazza-storni “paghino di tasca propria eventuali sanzioni comunitarie”.
“Si chiama “principio di rivalsa” e sancisce che tutti gli enti, le regioni per prime, devono fare di tutto per non violare il diritto comunitario. Se la Corte di Giustizia europea applica una sanzione che viene notificata allo Stato membro il governo ha quindi il diritto di rivalsa nei confronti della Regione che ha causato le sanzioni” conclude la nota.