Economia

Cileto (“Per Finale”): “Storia Piaggio, esempio di imprenditoria vorace che penalizza il territorio”

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Finale L. “Ci siamo stufati di sentire ricostruzioni fantasiose sulla storia della Piaggio: è ora di raccontare la verità”: così esordisce il consigliere comunale d’opposizione, Tiziana Cileto, dopo aver letto articoli “non veritieri che riguardano l’azienda di Finale”.

“Dieci anni fa Piaggio Aereo, azienda italiana nata proprio a Finale Ligure e considerata parte integrante del territorio comunale, chiese di riallocare a 30 km di distanza la fabbrica situata sul fronte mare, senza peraltro vantaggi dal punto di vista trasporto prodotti finiti o volumetria usata, essendo la nuova fabbrica più piccola anche se più tecnologica (cambiamenti che si avrebbero potuto avere con una ristrutturazione) – premette Cileto – Lo spostamento veniva finanziato con un quartiere di 1300 seconde case con palazzi di 7 piani sul mare”.

“Nel 2007 la consulta ambiente territorio definì il progetto ‘un eccesso di volumetria che non tiene conto né delle caratteristiche storiche del territorio, né delle attuali valenze culturali, né delle nascenti attrattive del Finalese, né dell’economia legata al fenomeno turistico’. Il caso fu descritto anche sull’Espresso in un articolo intitolato in maniera inequivocabile ‘Decolla il Cemento’. Nonostante tutto ciò il consiglio comunale di Finale Ligure, sotto la pressione della salvaguardia del lavoro di suoi concittadini, sacrificò il paese”.

“Nel 2008 – prosegue Cileto – la proprietà Piaggio con protagonista la Gefim di Pier Paolo Ponchia ha avuto il benestare ad un progetto di 222.000 m3 e la sdemalializzazione delle aree già sfruttate da mezzo secolo dall’industria aeronautica. Nessun ostacolo fu posto dalla citta di Finale Ligure ed ancora a tuttora se Piaggio vuole può iniziare a mettere in piedi quel progetto da lei stessa presentato. Ma non vuole. Aveva sbagliato i conti, non era stata abbastanza lungimirante, nonostante la gestione di una azienda italiana bandiera del made in Italy nel settore hi-tech, da prevedere quello scoppio della bolla immobiliare ben previsto dagli analisti”.

“Quindi Piaggio è ritornata alla carica con un nuovo obbiettivo: costruire ancora più case e pagare meno oneri di urbanizzazione. Questa storia è un esempio di imprenditoria vorace che considera il territorio una forma di finanziamento per l’impresa senza alcun rispetto per gli interessi della collettività che vi abita. Al contrario il territorio, il paesaggio sono beni preziosissimi. Sono la materia prima su cui si basa l’unica vera azienda che rimarrà a Finale Ligure quando la Piaggio se ne andrà, ossia il turismo. Questa è l’unica vera storia che riguarda questa azienda” conclude Cileto.