Varazze. Sono state terminate le opere provvisionali di spostamento dei sottoservizi principali propedeutiche alle demolizioni dei fabbricati e le bonifiche da eternit e da rifiuti presenti nei vecchi stabili industriali delle concerie di Varazze ed altri.
“Le opere di demolizione sono iniziate il 1° ottobre scorso per rispetto della stagione turistica, anche perché tra breve si dovranno effettuare dei restringimenti di carreggiata sull’Aurelia e per l’ANAS erano autorizzabili solo dopo il 15 settembre. Le demolizioni finiranno entro fine dicembre 2012” annuncia l’assessore all’Urbanistica Carletto.
“Ai primi di gennaio 2013, compatibilmente con il rilascio di tutti i permessi di costruire necessari, di cui alcuni ancora in corso di istruttoria, inizieranno le opere di scavo per gli interrati, che perdureranno sino alla metà del 2013. Gli scavi saranno monitorati costantemente poiché speriamo di poter ricavare una sabbia riutilizzabile per il ripascimento dell’arenile varazzino – prosegue l’assessore – Entro la fine del 2013 saranno pressoché completati i cementi armati degli interrati; saranno altresì completate le opere di messa in sicurezza del Rio Cucco e del versante del campo del Salice”.
Nel 2014 dovrebbero vedere la luce la luce le strutture degli edifici a partire da ponente verso levante ed il parcheggio pluripiano nel campo sportivo, oltre alla nuova piazza della stazione.Sempre nel 2014 inizieranno i lavori per la piscina e per le nuove sedi di: C.R.I., Vigili del Fuoco, Protezione Civile, AVIS.
“L’amministrazione comunale è fermamente impegnata per consentire agli importanti servizi a favore della comunità, di avere idonee sedi provvisorie che saranno allocate in Varazze entro fine anno 2012, in attesa della costruzione delle nuove sedi. Nel 2015 saranno completate le finiture ed inizieranno le prime consegne delle opere, sia pubbliche che private, presumibilmente a partire dal giugno/settembre di quell’anno. Il cronoprogramma prevede circa quattro – cinque anni di lavori per la realizzazione di tutte le opere” conclude Carletto.