Cronaca

Volontaria savonese aggredita a Rio de Janeiro: è viva e sta meglio

Alice Bianchi

Savona. Quel “sono viva” che fa tirare un sospiro di sollievo, ma che non rallenta comunque il battito cardiaco, sconvolto dalla disavventura – per usare un eufemismo – che ha coinvolto la figlia. I genitori di Alice Bianchi sono in contatto diretto con Rio de Janeiro, dove la ragazza lavora come volontaria nella Casa di Menor di Nova Iguacu.

La giovane, nata e cresciuta a Savona (i genitori vivono a Marmorassi, sulle alture savonesi), è stata vittima di un’aggressione nella foresta del Paese sudamericano da parte di un minore ospite della comunità. Un ragazzino con problemi di tossicodipendenza e che si era invaghito di lei. Un’ossessione tale da spingerlo a seguire la ragazza nella foresta e tentare di stuprarla e soffocarla, per poi colpirla alla testa con una pietra.

Le urla di Alice hanno poi attirato l’attenzione degli altri giovani della comunità che l’hanno soccorsa, fermando il giovane e permettendo alla polizia di arrestarlo. La ragazza savonese è stata poi ricoverata in ospedale e le sue condizioni sono in via di miglioramento.