Rivoluzione in vista nella sanità savonese: i medici di base “entreranno” in ospedale

Savona. C’è un obiettivo già fissato che va oltre il consorzio dei centri salute ma il percorso per raggiungerlo, per l’Asl 2 Savonese, non sarà breve. Secondo il direttore generale Flavio Neirotti, però, sarà un’ancora di salvezza per il sistema sanitario pubblico.

Il consorzio che, appena costituito, aggrega le sette sedi storiche della medicina territoriale, con 70 professionisti coinvolti e un totale di 100 mila pazienti, è solo il primo passo. Ma nell’ottica dell’azienda sanitaria è fondamentale procedere ancora meglio sulla via della sperimentazione, ora che soffre acutamente per i tagli della spending review.

D’ora in poi Neirotti avrà carta bianca e libertà d’azione per definire l’integrazione tra Asl e consorzio dei centri salute. Il primo nosocomio dal quale partirà il vero e proprio secondo step del progetto sarà il San Giuseppe di Cairo Montenotte, dove probabilmente si trasferiranno ad operare i medici di Cairo Salute e dove molti servizi saranno erogati dagli stessi in collaborazione diretta con l’azienda sanitaria.

Dalla guardia medica alla gestione dei codici bianchi, dalla diagnostica sino alle visite specialistiche, i dirigenti Neirotti e Agosti si relazioneranno con il consorzio come se fosse un dipartimento complesso, fornendo budget, compiti e responsabilità tipiche dei primariati.

“Gli ospedali di Cairo e Albenga diventano presidi del territorio, anche con la presenza dei professionisti di medicina generale. Non si tratta di chiuderli, ma di dare caratteristiche che siano complementari ai due ospedali maggiori di Savona e Pietra” commenta Neirotti. “L’inverno sarà difficile: con contrazioni imposte da Roma e da Genova. E’ la famosa spending review che rende tutto difficili. Noi cerchiamo comunque di dare sicurezza assistenziale ai cittadini” aggiunge.

Il grande scoglio rimane la reticenza, non solo di alcuni professionisti, ma anche di alcuni settori della politica. Per concretizzare questa prima visione consortile dei medici di famiglia in collegamento con l’Asl ci sono voluti quasi otto anni. Adesso tutto dovrà essere esportato in breve tempo (questo il dettame della Regione) dalla provincia di Savona alle altre della Liguria, con tutte le barriere e le difficoltà logistiche del caso. I centri salute, garantendo l’assistenza nel campo della medicina generale e in particolare delle patologie croniche come il diabete o lo scompenso cardiaco, vanno a riempire il vuoto dei servizi lasciato dai tagli.

Il primo passaggio è stata la delibera con cui la Liguria ha fatto in modo che i centri salute diventassero riferimento del sistema sanitario regionale. Da oggi il consorzio dei centri già presenti nel Savonesi. Domani l’integrazione con l’ospedale in modo diretto. “Occorre cambiare le regole in modo importante e con il concorso dei medici ospedalieri – sottolinea il dottor Francesco Bogliolo, pionere di Alassio Salute – La via è quella di autonomizzare e responsabilizzare il professionista, creare staff multifattoriali, affrontare le cronicità del territorio. Ben vengano i centri per trovare risposta ai bisogni primari, estesi dappertutto. Perché ospedali e pronto soccorso chiudono, ma aumentano le lista d’attesa e le patologie restano”.