Sport

Rari Nantes sul filo dei ricordi, 30 anni di Serie A: le vecchie glorie in vasca e uno sguardo al futuro

Savona. Tra album dei ricordi e prospettive per il futuro, la Rari Nantes festeggia i gloriosi trent’anni in Serie A. Sono state le vecchie glorie della pallanuoto ad inaugurare oggi, alla piscina Zanelli, la festa per il lungo percorso sportivo della storia biancorossa: gli ex atleti sono scesi in vasca.

Capitanati da Roberto “Bobo” Bragantini, in calottina bianca, Gianni Averaimo, Riccardo Canovaro, Alberto Angelini, Cristiano Angelini, Beppe Baglietto, Alberto Bertolotti, Pierluigi Bortoletto, Roberto “Bobo” Bragantini, Giovanbattista “Bubu” Buscaglia, Pierfrancesco Di Noia, Stefano Di Noia, Fabrizio Falco, Fabio Gandini, Alessandro Mostes, Giacomo Musso, Raffaele Onofrietti, Gianguido Rocca, Carlo Salino, Carlo Santamaria, Mirko Vicevic. In calottina blu invece, sotto la guida di Paolo Crapiz, Marco Bertolotti, Paolo Crapiz, Riccardo Rebagliati, Claudio Arca, Flavio Borsarelli, Alessandro Bovo, Dario Chiaramonti, Luigi Cola, Luciano Cucchia, Fabio Damiano, Giovanni Foresti, Massimo Gagliardo, Alberto Ghibellini, Luca La Cava, Andrea Pelizzoli, Andrea Pisano, Ciccio Polipodio, Mauro Selis, Gabriele Tarantino, Harry Van Der Meer, Adriano Zunino.

L’ideale passaggio tra passato e futuro è sancito dalla partita successiva con gli Esordienti 2002-2003. Infine la presentazione al pubblico della prima squadra.

L’impianto di corso Colombo ha ospitato l’evento biancorosso sul filo dei ricordi. Ma il conforto per una struttura sportiva più adatta agli atleti è innegabile e ben lo si capisce in una giornata di intemperie come quella odierna. “La nostalgia c’è – osserva Claudio Mistrangelo – Ma l’idea è di dare un’opportunità a questi ragazzi, che hanno speso tante giornate all’aperto, di vivere un posto con una copertura, dove si può giocare senza morir di freddo”.

“Sono venuti tantissimi giocatori del passato, altri si sono scusati per non essere qui: chi oggi è allenatore o dirigente o troppo lonano non ha potuto presenziare. Ma tutti hanno mandato un messaggio. L’iniziativa ha avuto una grande risposta. Fino a ieri la precarietà premeva, come un nemico esterno; ora invece dobbiamo trovare una forza interna e la si trova nell’identità. Senza storia non c’è identità” conclude.

Il figlio Federico aggiunge: “E’ un bell’effetto vedere tanti campioni che ancora sanno giocare e divertirsi. E’ uno spettacolo. Per quanto riguarda il futuro, la stagione sarà difficile. La squadra ha perso di nuovo elementi fondamentali e con loro tanta esperienza. Bisogna esserne consapevoli e partire con prospettive diverse”.

Già l’anno scorso, del resto, sembrava la stagione del ridimensionamento ma poi è arrivata la Coppa Len e la semifinale scudetto. “Siamo però stati sfortunati anche per l’infortunio di Matteo Aicardi che era nostro punto di riferimento – commenta Federico Mistrangelo – Quest’anno al centro siamo riusciti a sostituirlo e per il resto inseriamo i giovani. Il portiere certo non ha l’esperienza di quello dell’anno scorso”.

Dal punto di vista agonistico è tutta salita. “Cercheremo di mettercela tutta gara dopo gara. Ci proveremo anche con le più forte, ma sarà difficile. Davanti c’è Brescia, Acquachiara, Florentia e Posilippo. Noi, probabilmente, arriviamo dopo” sottolinea Mistrangelo.