Economia

Dipendenti Scavo-Ter di nuovo in piazza: “La legalità è importante, ma anche il lavoro”

protesta scavoter - fotia

Savona. Dalla sede di via Braja alla Prefettura per chiedere, una volta ancora, più attenzione, più lavoro e certezze per il futuro. I dipendenti della Scavo-Ter – sono 35 quelli in cassa integrazione a rotazione – sono tornati in piazza per chiedere alle istituzioni lo sblocco delle commesse congelate all’azienda dopo le vicissitudini giudiziarie che l’hanno coinvolta. I lavoratori sono partiti alle 8,30 per raggiungere poi piazza Saffi.

La loro rabbia è legata ad una situazione che vedrebbe l’azienda in grado di operare e con tanto di lavori già appaltati ma fermi, e, certamente, non per colpa degli operai. A seguito della sentenza che il 14 agosto scorso ha respinto la richiesta di applicazione della confisca dei beni di alcuni membri della famiglia Fotia, proprietaria dell’azienda, tutti si aspettavano di poter guardare nuiovamente con fiducia al futuro. Al momento però resta in vigore l’interdizione decisa dal gip per la partecipazione ad appalti pubblici.

“Siamo di nuovo in piazza per manifestare per il lavoro che, in questa provincia, sembra ormai essere merce rara, e dobbiamo tenercelo stretto. Andremo in prefettura a chiedere più attenzione e di essere relazionati su tutti i passaggi in essere in modo da sbloccare questa situazione – dice Roberto Speranza della Fit Cisl – Una situazione che è grave: ci sono aspetti che vanno avanti da punto di vista legale ma non vanno di pari passo con il lavoro che continua a mancare. La legalità è ovviamente d’importanza fondamentale per la nostra provincia, ma lo è anche il lavoro.

“Quello che ci fa muovere oggi è la difesa occupazionale, per tutelare lavoratori che devono arrivare alla fine del mese – aggiunge Luca Vosilla della Filca Cisl – Qui produzione e lavoro ci sono. In provincia, poi, sono in progetto i cantieri per l’Aurelia bis, i lavori per Tirreno Power e per la piattaforma Maersk ma, finchè non partono, il nostro settore è in ginocchio. Qui c’è un’azienda in grado di produrre, ma che rimane ferma per ragioni indipendenti dai lavoratori”.

“Ci aspettiamo che il prefetto dia una mano a sbloccare una situazione difficile, ne va della sopravvivenza dell’impresa – interviene Remo Casanova, direttore tecnico della Scavo-Ter – Secondo noi sono venute meno le condizioni per tutti questi dinieghi”.

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