Cronaca

“Caso Drocchi” alle battute finali: attesa a giorni la comunicazione di fine indagine

arresto a Vado 019

Vado L. Entro pochi giorni, al massimo la metà di settembre, il sostituto procuratore Ubaldo Pelosi dovrebbe inviare agli indagati la comunicazione di fine indagine per ciò che concerne il “caso Drocchi”, ossia l’inchiesta della Procura sulla vicenda delle mazzette che sarebbero state pagate da imprenditori edili per avere un occhio di riguardo sull’assegnazione di appalti per il Comune di Vado.

L’operazione Dumper, come ribattezzata dalla Guardia di Finanza, era scattata nella primavera del 2011 ed aveva portato in manette quattro persone: Roberto Drocchi, l’ex capo dell’ufficio tecnico del Comune di Vado ed ex presidente della squadra Riviera Basket, accusato di corruzione, occultamento di documenti contabili e falso in atto pubblico, il quale, secondo gli inquirenti, avrebbe intascato delle tangenti da imprenditori edili in cambio di un via libera per alcune opere pubbliche, fatte passare come urgenti per assegnarle senza gara d’appalto; Andrea Balaclava e Pietro Fotia (per Scavo-Ter) e l’esercente Mario Taricco (quest’ultimo accusato di riciclaggio).

Secondo l’accusa Roberto Drocchi, nella sua veste di funzionario dell’ufficio tecnico del comune vadese, avrebbe ricevuto delle mazzette da Balaclava e Fotia in cambio dell’assegnazione di lavori per l’ente pubblico. Per la Procura, per evitare le normali gare di appalto i lavori sarebbero stati fatti passare come “urgenti” anche quando non c’era questa esigenza. Uno dei sistemi adottati da Fotia per versare soldi a Drocchi inoltre sarebbe stata la “sponsorizzazione” della squadra di basket vadese, mentre Balaclava gli avrebbe ceduto delle mazzette direttamente. Per Mario Taricco invece il coinvolgimento sarebbe solo nel “filone” del riciclaggio: avrebbe infatti ricevuto da Fotia del denaro frutto di operazioni inesistenti, incassato con un giro di fatture false.

Era invece già chiuso il filone “fiscale” dell’inchiesta Dumper per il quale il pm Pelosi ha chiesto sei rinvii a giudizio per Pietro Fotia e altri cinque imprenditori: Maximiliano Gandolfo, titolare della Cg Quasar di Altare (gli viene contestata anche la bancarotta fraudolenta); Roberto De Maestri, titolare della Società Costruzioni Generali; Mario Taricco, già titolare dell’omonima ditta di ferramenta e duplicazione chiavi in via Giacchero; Andrea Baccino (Bbg Costruzioni) e Vittorio Baghino (Sale Scavi). I sei sono accusati di aver creato un giro di false fatturazioni che avrebbe coinvolto, oltre alla Scavo-Ter, anche le altre aziende che avrebbero fornito documentazioni false per raggirare il fisco.