Savona. “Non c’è nessuna soddisfazione nel poter affermare, oggi, “noi l’avevamo detto”, di fronte agli sviluppi assunti dalla vicenda della sanità provinciale. Avevamo più volte auspicato e sollecitato, sul tema, un atto di coraggio da parte del livello politico regionale, un atto di coraggio che producesse un nuovo disegno della sanità provinciale – all’interno di un riassetto più complesso su base regionale – ma quest’atto non c’è stato”. Queste le parole del segretario provinciale del Psi Pietro Li Calzi dopo la presentazione del piano straordinario della Asl 2 per la sanità savonese, con tagli, riduzioni di servizi e accorpamenti.
“Di fronte ad una maggioranza litigiosa, percorsa da forze contrapposte, si è deciso di non decidere, lasciando il “cerino” in mano all’Asl e al suo direttore generale che ha avuto l’ingrato compito di stilare, in meno di un mese, un piano di risparmi per ulteriori 8 mln di euro da qui a fine anno. Avevamo chiesto un atto di coraggio politico e di trasparenza nei confronti dei cittadini, ai quali da tempo si sarebbe dovuto spiegare che il sistema basato su quattro ospedali non poteva più reggere e che si sarebbe dovuto quindi ridisegnare la sanità provinciale attraverso un progetto organico, che mettesse in sicurezza il sistema dell’emergenza e dell’urgenza, riorganizzasse l’assistenza ospedaliera su 2/3 ospedali, liberando così maggiori risorse per l’assistenza territoriale. Ma questa maggioranza, che ha visto diversi consiglieri regionali ergersi immediatamente a paladini contro qualsiasi ipotesi di ridimensionamento, preso atto di non essere in grado di produrre un simile sforzo politico, ha preferito passare la palla ad un Commissario Straordinario, che togliesse per lei le castagne da fuoco” aggiunge il segretario del Psi.
“A partire dal 2010, ci sarebbe stato tutto il tempo per mettere mano ad un piano organico che ridisegnasse la sanità del futuro, spalmando su due-tre anni le misure più estreme e, soprattutto, dando conto ai cittadini della necessità di avviare un processo che fosse in grado di mettere in sicurezza l’offerta sanitaria nella nostra provincia. Invece, si è scelto di dare carta bianca ad un Commissario Straordinario, piuttosto che assumersi la responsabilità di scelte impopolari nei confronti di importanti fette di elettorato. Bisognerebbe però, a questo punto, chiedere a quegli stessi cittadini-elettori se siano adesso contenti dell’operato dei propri rappresentanti in Regione e dei risultati raggiunti. Noi non vogliamo entrare nel merito delle scelte effettuate che, stante l’obiettivo di risparmio, sono state pressoché scelte obbligate. Intendiamo invece, per l’ennesima volta, sollecitare il Governo regionale e la maggioranza che lo sostiene, a proporre un progetto definitivo di sanità provinciale, che non debba essere oggetto, ogni sei mesi, di revisioni al risparmio per rimanere entro i limiti della spesa imposti dal Governo centrale. Chiediamo scelte, magari anche impopolari in prima battuta, ma che mettano definitivamente in sicurezza il sistema sanitario provinciale e che consentano a tutti gli operatori di svolgere, con la dovuta serenità, la propria professione. L’occasione, forse l’ultima, sarà in vista della discussione, in Consiglio regionale, della proposta di riorganizzazione presentata dal direttore generale dell’Asl 2” conclude Li Calzi.