Savona. Mentre continuano i controlli a 360 gradi dei nuclei pesca delle Capitanerie di Porto sulla cosiddetta filiera della pesca, si intensificano in particolare le ispezioni rivolte a verificare la provenienza del pesce consumato nei ristoranti che operano all’interno delle strutture turistico – balneari presenti sulle spiagge e sul demanio marittimo, le più frequentate in questo periodo dell’anno.
La massima attenzione viene infatti rivolta a scoprire le eventuali infrazioni consumate attraverso frodi a danno dei consumatori, somministrando cioè pesce congelato al posto di quello fresco indicato sul menu, nonché per il mancato rispetto della normativa sulla tracciabilità del pescato; in quest’ultimo caso, oltre alle incertezze sulla provenienza e la genuinità dei prodotti ittici, si verifica spesso anche l’illecita vendita di pesce, ovviamente in nero sotto il profilo fiscale, da parte dei pescatori sportivi, a tutto danno della pesca professionale che già lamenta una situazione economicamente molto difficile per il proprio settore.
Dall’inizio dell’estate sono stati già ispezionati alcune decine di ristoranti e circa l’80% di essi è risultato non in regola con la vigente normativa; complessivamente sono stati denunciati all’autorità giudiziaria tredici esercizi commerciali per frode, mentre le infrazioni amministrative contestate per mancanza di tracciabilità sono undici (ogni sanzione è di 1500 euro); in quattro casi, inoltre, è stata trasmessa la prevista segnalazione agli uffici dell’Asl n.2 savonese per una verifica delle condizioni igienico-sanitarie dell’esercizio commerciale, apparse piuttosto precarie.
Solo nella giornata odierna, durante i controlli che hanno interessato il Comune di Spotorno, sono scattate due denunce all’autorità giudiziaria per frode in commercio (i molluschi e i crostacei presentati come freschi sul menu erano in realtà decongelati), mentre una sanzione amministrativa è stata contestata al titolare di uno stabilimento balneare che ha cercato di difendersi in maniera piuttosto singolare: “Questo chilo e mezzo di calamari – ha detto agli ispettori – mi è stato consegnato da un diportista che li aveva pescati nella prima mattinata, per conservarli al fresco fino a sera”. Il ristoratore potrà comunque presentare, entro trenta giorni, scritti difensivi in relazione all’infrazione che gli è stata contestata.