Lettera al direttore

Lettera al sindaco di Spotorno: “Vù cumprà e costole rotte”

vu cumprà

Da anni vengo in vacanza a Spotorno, cittadina che adoro senza riserve e che consiglio ad ogni occasione a tutti i miei cooscenti. Conosco però anche i molteplici problemi della città, il porto, “Tibuti Italia”, la chiusura di molti esercizi ecc. ecc.

Tra gli altri poi, da anni assisto alla assidua tenace “tentata vendita” di merce contraffatta da parte dei soliti “vu-cumprà” (peraltro il codice penale rubrica la questione sotto diverse fattispecie di reato, non ultima l’evasione fiscale tanto contestata ai contribuenti italiani).

Volevo evidenziarVi che dopo aver osservato un preoccupante aumento nell’accanimento a perfezionare la vendita da parte dei suddetti e dopo aver parlato con alcuni di essi significando loro che sono parte di una catena criminale, ho segnalato alla Polizia Locale che i summenzionati asseriscono che la medesima Autorità sarebbe al corrente di tutto e che (a detta loro): “ci lasciano fare tanto non cè la fanno a bloccarci”.

Dicono che addirittura gli “sbirri” come li chiamano loro, sappiano dove siano i loro magazzini (in Spotorno) ove vengono stoccate le merci contraffatte. Non gli credo, non voglio crederci.

Di contro e come giusto, l’agente da me interpellato al telefono, ha replicato che la Polizia Locale cerca di reprimere questo reato, senza successo, e che addirittura proprio martedì scorso un loro Collega abbia riportato la rottura di alcune costole a seguito di una aggressione subita da un venditore ambulante.

Aldilà del fatto che non ho trovato riscontro sulla stampa a questa drammatica notizia (per cui chiedo numi alla Redazione di IVG), se ciò fosse vero, questo fenomeno sarebbe assolutamente da condannare e da contrastare con forza.
Aggiungo che sarebbe da pubblicizzare alla popolazione, che certamente si dissocierebbe da questi soggetti non comprando più merce contraffatta (reato anch’esso).

È inaccettabile pensare che lo Stato, in senso lato (Regione, Provincia, Comune e le Autorità di P.S. tutte) abbandonino una battaglia che deve, invece, essere vinta. Invece, vedo un pò di rassegnazione.

Amo Spotorno, amo la sua natura, amo i suoi negozi. Vederla soffocare pian piano anche a causa di questo fenomeno mentre pochi si prodigano (fanno di necessità virtù) a mantenere l’ordine pubblico mi rammarica e non poco. Viva Spotorno e viva la (nostra finché dura) Italia.

 

Avv. Gilberto Celletti

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