Albenga. Il ripescaggio dello Speranza in Prima Categoria è arrivato a scapito di altre quattro società che ne avevano fatto richiesta: Borghetto Progetto Calcio, Nuova Intemelia, Albenga e Santo Stefano 2005.
La dirigenza dell’A.S.D Albenga 1928, a tre giorni dall’ufficializzazione della scelta del Comitato provinciale L.N.D., esprime il proprio punto di vista in merito alla questione.
“Complimentandoci innanzitutto con la squadra savonese ripescata – spiega la dirigenza dell’Albenga -, affidiamo a queste righe il nostro pensiero ufficiale poiché, come già successo in passato, nessun giornalista si è premurato di contattare alcun dirigente o membro della nostra società per sapere quale fosse davvero la nostra posizione; non possiamo che dolerci di un atteggiamento di chi pretende di scrivere articoli basandosi sui profili di social network di singoli tifosi, dai quali estrapolano frasi ad effetto. Non crediamo sia questo il modo di raccontare i fatti, che sono appunto fatti e non invenzioni prive del ben che minimo fondamento”.
“In merito a quanto riportato dai vertici federali in risposta a delle presunte lamentele giunte dal comune di Albenga – proseguono – ci teniamo a fare alcune precisazioni. Non abbiamo capito come i vertici della L.N.D. sezione di Savona abbiano potuto decidere in merito al ripescaggio della società savonese, visto che la stessa è giunta quintultima nel precedente campionato di Seconda Categoria. Con il metodo attuale la federazione ha ripescato una società che ha terminato il campionato passato di Seconda Categoria nelle posizioni di retrovia, non prendendo minimamente in considerazione il risultato del campo, dato che altre squadre avrebbero meritato la promozione d’ ufficio. Ci chiediamo se non vada rivisto tale criterio, che squalifica e mortifica gli sforzi che le società fanno durante tutta una stagione agonistica, e che vengono poi vanificati dalle decisioni illogiche di una federazione che però esige una costosa iscrizione ad un campionato il cui risultato, poi, si dimentica di prendere in considerazione”.
“In questi due anni – sottolineano i dirigenti della società bianconera – abbiamo sempre dato la nostra disponibilità ad organizzare eventi e tornei di tutte le rappresentative provinciali e regionali nel nostro campo sportivo, restituendo al calcio ligure uno dei pochi stadi calcistici del ponente. La stessa Federazione ha più volte ringraziato l’attuale dirigenza ingauna per aver ridato un nome e una tradizione ad una squadra dalla storia ultraottantenaria, capace di portare ogni domenica sugli spalti dello stadio Riva più di duecento persone”.
“Dispiace e ci rammarica molto – aggiungono – leggere ora che la federazione attacchi le istituzioni comunali in merito alla precedente gestione sportiva dell’Albenga Calcio, dimenticando tutte le problematiche economiche che la vecchia squadra bianconera aveva. Il presidente Iannece, con il suo commento, dimostra di non conoscere affatto la recente storia ingauna, il che sembra strano, visto l’ottimo rapporto che vi era, almeno agli inizi, con il signor Patrucco, e visti i comportamenti finali sfociati nell’ultima partita casalinga della gestione precedente, durante la quale la stessa federazione pretese il saldo delle tasse federali prima di una partita di cartello da giocare allo stadio Riva, pena il fallimento della società. O forse ne sente lui stesso la mancanza: in ogni caso, il Comune si spese, purtroppo male, per aiutare il signor Patrucco a distruggere tutto: commenti e discorsi comunque inopportuni e assurdi dei quali non si riesce a capirne lo scopo, se a farli è il presidente della delegazione provinciale”.
“Peraltro gli stessi organi federali – dichiarano i dirigenti dell’Albenga – ci hanno più volte elogiato per quello che abbiamo realizzato, ricreando le basi per un assetto societario stabile ed a posto con i bilanci. Abbiamo anche messo in piedi in due anni un settore giovanile e, da quest’anno, una squadra femminile di Serie C e squadre minori esclusivamente femminili”.
“I vertici federali hanno seguito criteri inattuali ed assolutamente opinabili – dicono -, perseguendo interessi non sportivi, optando per una scelta campanilistica e favoritiva di una realtà che merita rispetto ma che non ha e non avrà mai il blasone della nostra squadra. Ci lamentiamo, inoltre, che nessun merito ci è stato riconosciuto per l’immane lavoro svolto, per pura passione, senza imprenditori, senza una città per colpa del recente passato”.
“Abbiamo sopportato tanti torti negli anni passati – ricorda la dirigenza albenganese -, quando siamo stati bersagliati da arbitraggi discutibili, decisioni del giudice sportivo molto fiscali nei nostri confronti ed abbiamo sempre pagato multe e tasse federali nel rispetto delle regole anche se a volte ci sembravano davvero sproporzionate ed assurde (vedi il caso dei presunti insulti razzisti ad un giocatore di colore). Ora siamo stufi di vedere che tutto quello che facciamo viene regolarmente ignorato dai vertici savonesi, che si ricordano di noi soltanto quando c’è da organizzare qualche torneo e per fare bella figura usufruiscono del nostro campo”.
“Facciamo parte della Federazione provinciale di Savona, e continueremo a seguire le regole come abbiamo sempre fatto, mostrandoci disponibili ad ogni idea e proposta migliorativa del regolamento, ma – concludono – pretendiamo più rispetto e più attenzione di quella finora avuta”.