Savona. Lunedì 16 luglio si è tenuta l’assemblea provinciale dell’Udc savonese. Nell’occasione, il segretario provinciale Roberto Pizzorno è intervenuto per spiegare le motivazioni dell’incontro.
“Abbiamo deciso di convocare questa assemblea – ha dichiarato Pizzorno -, in un periodo preferiale, perché riteniamo che le settimane ed i mesi prossimi saranno decisivi per le sorti del nostro Paese. Da tempo all’interno del nostro partito si è ribadita l’importanza della linea politica intrapresa dall’Udc di appoggio al Governo Monti, in oggi unica alternativa credibile e responsabile, soprattutto dal punto di vista internazionale, per salvare il Paese dalla debolezza economica riscontrata sui mercati e dal default finanziario, anche dovuto all’alto tasso di debito pubblico accumulato negli anni”.
“La proposta di un Governo di unità nazionale – ha proseguito – è stata lanciata dall’Udc già alcuni anni fa e si è concretizzata con l’avvento del Governo Monti che ha operato per archiviare l’impasse generata dalla mancanza di politiche adeguate degli esecutivi di Prodi e di Berlusconi che hanno sempre avuto l’obiettivo del facile tornaconto elettorale più che del bene comune”.
“Nel momento in cui il presidente Monti poteva vantare un innegabile successo sul piano internazionale, che doveva servire di base per una politica tesa ad invertire la tendenza recessiva in atto – ha detto Pizzorno -, sono successi alcuni fatti che hanno dato luogo a nuove tensioni e a elementi di pericolo per la tenuta del nostro sistema economico. E’ bastato, infatti, che si combinassero i dati sulla caduta della produzione industriale e sulla disoccupazione (cosa peraltro già largamente prevista) con l’annuncio (a poco meno di un anno dalle elezioni politiche) di una nuova discesa in campo di Berlusconi per dare spazio a quanti (agenzie di rating, grandi speculatori finanziari) hanno interesse a coltivare la nostra condizione di debolezza per renderci un Paese contendibile e poter aggredire quelli che sono in oggi le strutture economiche maggiormente appetibili (ad esempio l’Eni)”.
“Ben consci di questo pericolo – ha sottolineato -, già da tempo cerchiamo di creare un consenso interno ad un progetto politico che superi il 2013 e mantenga l’esperienza della ‘grande coalizione’ che oggi appoggia il Governo Monti. Ci pareva, ad un certo momento, di avere già trovato consensi nell’ambito di chi si definisce ‘moderato di centro’ e di avere ricevuto risposte interessante anche all’interno dei riformisti del Pd. Oggi le sterili discussioni sulla nuova legge elettorale (che deve essere riformata in senso proporzionale e con l’introduzione delle preferenze per l’elezione dei parlamentari, come più volte sostenuta dal nostro segretario Lorenzo Cesa), la mancanza di chiarezza sulla proposta politica che il Pdl intende formulare con la leadership ufficiale di Berlusconi (sempre che non cambi nuovamente idea), hanno dato un’immagine confusa di quale sarà l’azione di governo dopo le elezioni dando l’impressione ci una svolta negativa di stampo greco”.
“E’ per questo motivo – ha spiegato Pizzorno – che abbiamo ritenuto, in un momento così delicato per la vita economica ed amministrativa del Paese, di sentire il parere dei nostri iscritti per portare il nostro contributo costruttivo per il futuro del partito ma soprattutto per il futuro dell’Italia, convinti che solo una buona politica, frutto della condivisione e della partecipazione, possa essere risolutiva dei problemi della gente. Inoltre, partecipando alle riunioni tenute sul nostro territorio è emerso chiaramente che ci vuole più attenzione alla periferia. Lo hanno rimarcato i segretari sezionali intervenuti ad un incontro di pochi giorni fa, voluto da questa segreteria provinciale”.
“Dobbiamo dare una risposta seria ai nostri iscritti – ha dichiarato il segretario provinciale – che ci chiedono maggior impegno, maggior concretezza, maggior realismo e maggior coerenza. Potremo mettere fine alla fase del berlusconismo solo quando riusciremo a far cessare, a cominciare da noi, ogni forma di scimmiottamento di quei costumi e di quel modo di pensare la politica e le istituzioni. Lavoriamo per far si che la politica, quella con la P maiuscola torni ad essere servizio e comprensione della realtà che ci circonda”.