Pietra Ligure. Don Luigi Fusta, prosciolto dall’accusa di favoreggiamento nell’inchiesta su un presunto caso di pedofilia a Pietra, precisa che P.P., il loanese rinviato a giudizio per le molestie, “non ha mai frequentato né frequenta la parrocchia di San Nicolò”.
Il prevosto pietrese si è dimostrato estraneo alla conoscenza della vicenda (il gup Emilio Fois ha emesso una sentenza di non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste”). Il loanese sessantenne invece va a processo, identificato come autore della violenza sessuale su una bimba di 10 anni. “Questa persona – puntualizza don Fusta – non ha mai tenuto o frequentato corsi religiosi di qualsiasi tipo nell’ambito parrocchiale pietrese”.
“Il presunto caso di pedofilia non è avvenuto ‘nell’ambito della parrocchia’, ma in una casa privata che non ha niente a che fare con il termine restrittivo di ‘ambito parrocchiale’. Questo individuo non va confuso con le attività della nostra chiesa. E’ nostro dovere proteggere l’onorabilità della parrocchia e delle persone che si comportano bene” conclude don Fusta.
Il parroco pietrese era accusato di favoreggiamento perché, dopo aver appreso dalla madre della piccola dei presunti abusi subiti dalla ragazzina, avrebbe “consigliato” alla famiglia di non presentare denuncia. Una circostanza da sempre respinta con decisione da don Fusta che ha spiegato di non aver mai toccato certi argomenti con la mamma della bambina. Da quanto emerso nell’indagine, il nome del presunto molestatore non sarebbe mai stato fatto dalla donna al parroco che, di conseguenza, non poteva conoscerne l’identità.
Gli episodi contestati risalgono al 2006. L’inizio del processo a carico del sessantenne loanese è stato fissato per il 6 febbraio prossimo. L’uomo, assistito dagli avvocati Nazareno Siccardi e Roberta Gabei, respinge le accuse.