Savona. Massimo D’Alema, ieri sera alla festa Democratica di Savona, ha fatto un excursus a 360 gradi sulla vita politica del Paese, toccando gli argomenti più caldi del momento. Berlusconi torna in campo? “E’ auspicabile che gli italiani lo lascino solo. Credo che il Paese faticosamente stia cercando di uscire dalla condizione molto difficile in cui l’aveva cacciato Berlusconi, quindi davvero di tutto c’è bisogno tranne che di ritornare indietro. I calcoli di Berlusconi non mi interessano, sono un problema suo e di chi lo segue. A me sembra che tornare a Berlusconi per il Paese sarebbe enormemente dannoso e penso che la maggioranza degli italiani condivida il mio parere” ha detto D’Alema.
“Naturalmente qui ognuno è libero di candidarsi perché in democrazia funziona così – precisa l’altro ospite della Festa Democratica. Guglielmo Epifani – Per il Paese, per i giovani e per i mercati forse non era la scelta migliore. Servirebbe più generosità, ma è proprio quella che manca ad una buona parte del nostro sistema politico”.
In Italia il conflitto è tra destra e sinistra “ma lo si vuole mascherare da conflitto tra casta e società civile. E’ un inganno”, ha sottolineato poi D’Alema durante il dibattito. “Gli italiani sono propensi a cadere negli inganni. Vent’anni fa si innamorarono del grande imprenditore e di chi gridava ‘Roma ladrona’. Vogliamo ancora nuove avventure? Spero di no”.
Quanto al centrosinistra: “Intendiamo candidare il nostro partito alla guida del Paese con un’alleanza di centrosinistra ampia, sotto la guida di Pier Luigi Bersani. D’altra parte – ha aggiunto D’Alema – per eleggere Bersani hanno votato 4 milioni di persone”. Ma non è mancata neppure una nota polemica sul sindacato che secondo l’esponente democratico “con le sue divisioni e le sue incertezze non ha aiutato i cambiamenti che erano necessari”, pur considerato “che anche Confindustria non ci ha aiutato”.
Infine l’argomento scottante del presidente della Repubblica intercettato durante una conversazione con l’ex ministro Mancino nell’ambito di un’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. “La magistratura non può violare la legge e tanto meno la legge suprema. Spetterà alla Corte Costituzionale accertare se ciò sia avvenuto – ha detto D’Alema – Il capo dello Stato ha fatto bene a difendere le regole e le prerogative del Quirinale”.









